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Manovra: Moscovici, commissario ue, attacca l’Italia. Alla fine sarà il popolo a pagare

BRUXELLES – Un copione praticamente già scritto: erano stati in tanti a paventare la collisione sui mercati azionari quando ieri sera, dopo un lunghissimo braccio di ferro,  il governo aveva fissato al 2,4% l’asticella del rapporto deficit/pil, dopo aver fatto capitolare il ministro dell’Economia Tria che invece aveva inizialmente fissato la linea del Piave all’1,6% per poi spingersi fino al 2,1%. Troppo poco per l’esecutivo che sicuramente aveva messo in conto lo smottamento delle Borse e, ancora di più, l’impennata dello spread.

LO SPREAD SFONDA QUOTA 270 – Pronostico rispettato: questa mattina le Borse europee hanno infatti aperto in calo la seduta di contrattazioni sulla scia della situazione politica italiana, all’indomani appunto dell’approvazione della nota di aggiornamento al Def da parte del Consiglio dei ministri, e del conseguente calo di Piazza Affari. Al contempo il differenziale di rendimento tra il Btp benchmark scadenza dicembre 2028 e il Bund tedesco è schizzato in apertura 270 punti base, dai 237 della chiusura di ieri, per poi salire a 280 e riscendere a 270.

MOSCOVICI IN PRESSING: ALLA FINE SARA’ IL POPOLO A PAGARE –  Ma gli strali dell’Europa sono già partiti, con le dichiarazioni incendiarie del commissario Piere Moscovici, molto severo con l’Italia, ma molto indulgente con la Francia, che pure ha impostato una manovra con deficit al 2,4%. «Con un deficit al 2,4 per cento il Bilancio che il governo sta disegnando sembra porsi fuori dai paletti delle regole europee». Il commissario europeo agli affari economici, Pierre Moscovici parte subito in pressing sull’Italia, non minaccia sanzioni ma dice di voler riavviare il dialogo, per evitare che si compiano passi che finirebbero drenare risorse in un Paese che con un debito così elevato ha le mani legate. «E alla fine è sempre il popolo a pagare. Se gli italiani continuano a indebitarsi sapete cosa succede? I tassi aumentano, il servizio del debito, cioè il rimborso del debito diventa più pesante e tutti i fondi che vi saranno destinati verranno sottratti ad altro. Non bisogna sbagliare: non bisogna togliere un euro alle autostrade, all’educazione e alla giustizia sociale. Quando si è indebitati si è legati e non si può agire, non si hanno più margini. Qui a parlare non è un burocrate di Bruxelles: sono convinto che non sia nell’interesse dell’Italia fare così», ha concluso nel corso di un’intervista a Bfm Radio Montecarlo..

SALVINI TIRA DRITTO – Se da Bruxelles arriverà una bocciatura della Legge di Bilancio «noi tiriamo avanti. Pensiamo di lavorare bene per la crescita del Paese e ridare fiducia, speranza, energia e lavoro». Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini entrando alla Prefettura di Milano e della manovra del governo. «Dobbiamo abbattere i muri della precarietà, della sfiducia e della disoccupazione in Italia. Questa manovra – ha aggiunto Salvini – intervenendo sulla legge Fornero, riducendo le tasse ai piccoli e aumentando le pensioni di invalidità è un passo in avanti verso la civiltà: sono convinto che analisti e mercati capiranno che stiamo lavorando per il bene del Paese. Non sono assolutamente preoccupato».

 

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