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Riforme: taglio parlamentari e referendum propositivo, le propone il governo gialloverde

Il voto alla Camera

ROMA- Taglio del numero dei parlamentari e referendum propositivo sono al centro delle prime due proposte di riforma costituzionale presentate da M5s e Lega in attuazione del programma di governo. Le proposte sono state illustrate dai capigruppo di M5s e Lega di Camera e Senato, nonché dal ministro per le riforme Riccardo Fraccaro, il vicepremier Luigi Di Maio e dal vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. Resta nel limbo la legge elettorale che dovrà essere confezionata per delle Camere con un numero minore di deputati e Senatori.
La prima delle due riforme Fraccaro sforbicia il numeri dei deputati da 630 a 400 e dei Senatori da 315 a 200. L’enfasi è stata portata sui risparmi che porterà: «il più grande taglio ai costi della politica della storia d’Italia», ha detto. Il taglio allinea il numero dei parlamentari eletti a quello degli altri Paesi europei: in questi tuttavia (Francia, Germania, Gran Bretagna) la Camera elettiva è molto più numerosa, mentre c’è un Senato composto da rappresentanti degli Enti locali, e non c’è il nostro bicameralismo perfetto, che invece M5s e Lega mantengono. La doppia lettura per noi rimane centrale ha detto Luigi Di Maio. Nella conferenza stampa non è stato chiarito come
procedere con la legge elettorale. Una volta approvato il taglio, cosa accade se non è stata approvata una nuova legge
elettorale? E in caso di urne anticipate?
Totalmente innovativa l’introduzione del referendum propositivo, che rafforza la democrazia diretta, come ha
sottolineato il ministro per i rapporti col Parlamento. La riforma stabilisce che se una proposta di legge di iniziativa
popolare è appoggiata da 500 mila firme, essa deve essere votata dalle Camere entro 18 mesi. Se queste la approvano senza modifiche, essa diventa legge dello Stato; se invece la modificano, spetta al Comitato promotore valutare se ritenersi comunque soddisfatto o chiedere un referendum sui due testi.
L’altra novità, che vale anche per i referendum abrogativi, è la cancellazione del quorum, che impedisce di farli fallire
puntando sull’astensione. «I cittadini sono chiamati a partecipare, perché la democrazia è partecipazione», ha detto
Fraccaro. In arrivo anche una terza proposta con l’abolizione del Cnel, cosa che ha portato Maria Elena Boschi e Matteo Renzi a ironizzare, visto l’abolizione di questo ente era uno dei punti della loro riforma. E anche Forza Italia, con Mara Carfagna, boccia le riforme pasticciate dal sapore propagandistico» in salsa gialloverde.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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