Bomba Firenze: ministeri Interno e Difesa parti civili al processo. Anarchici in aula contestano

FIRENZE – Sono stati ammessi come parti civili dal tribunale di Firenze, i ministeri dell’Interno della Difesa, nell’udienza del processo a 39 anarchici imputati per vari fatti a Firenze tra cui, il più grave, il tentato omicidio dell’artificiere della polizia di Stato, Mario Vece, rimasto ferito gravemente a causa di una bomba posizionata la notte del Capodanno 2017 davanti alla libreria Il Bargello di Casapound. Si sono costituiti parti civili anche il sindacato di polizia Siulp, Casapound, la libreria Il Bargello. Nel processo, gli imputati, tutti di area anarchica, sono accusati a vario titolo dei reati del tentato omicidio di Vece, lesioni, resistenza, danneggiamento, occupazioni illecite di edifici. All’udienza hanno assistito in aula alcune decine di militanti che, in alcuni casi, hanno alzato la voce in segno di contestazione e per salutare gli imputati costringendo il presidente della corte a richiamarli più volte all’ordine. Prossima udienza il 18 ottobre.
«Tutti liberi, tutti liberi»: così un centinaio di anarchici, in aula nei posti del pubblico, hanno urlato slogan a sostegno dei loro 39 compagni davanti al collegio del tribunale, presieduto dal giudice Gaetano Magnelli (e non davanti alla corte d’assise come scritto in precedenza). Le urla sono rimbombate nel palazzo di giustizia. Il presidente Magnelli ha richiamato all’ordine i presenti intimando il silenzio e annunciando la volontà di far sgomberare l’aula nel caso che la gazzarra fosse proseguita. Ritornato l’ordine, il processo è continuato. Lo stesso collegio ha consentito agli imputati di poter seguire dai banchi, accanto ai loro avvocati difensori, anziché nelle cosiddette gabbie. L’udienza del 18 ottobre sarà dedicata all’esame dei numerosi fatti contestati dai pm Filippo Focardi e Beatrice Giunti, a partire dai primi tre arresti, quelli eseguiti dai carabinieri il 21 aprile 2016 durante un controllo di documenti ad anarchici trovati nei pressi della caserma dell’Esercito a Rovezzano (Firenze). Al controllo intervennero altri anarchici e ci fu un tafferuglio chiuso dai carabinieri con arresti per resistenza. Dalle prime intercettazioni scaturite da questo episodio fu individuata la rete anarchica attiva a Firenze a cui, via via, sono stati attribuiti più fatti fino alla bomba
del Capodanno 2017. Il 18 ottobre prime deposizioni dei testimoni dell’accusa, tra cui gli investigatori della Digos e della polizia giudiziaria che hanno condotto le indagini.
