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Grandi Opere: tunnel tav e stazione Foster, le proposte dei No Tav fiorentini al ministro Toninelli

Tav a Firenze, rischio crolli denunciano i No Tunnel

Continuano le grandi manovre governative e degli enti locali da un lato e le proteste sui territori dall’altro per l’avanzamento delle grandi opere. Dalla Puglia (No Tap), al Piemonte (No Tav) alla Toscana (No Tunnel Tav), Comitati agguerriti combattono energicamente la loro lotta impari contro le autorità costituite e talvolta, come succede da anni in Val di Susa,  questa protesta sfocia in vere e proprie forme di violenza e di attacco alla Forze dell’ordine, con processi e condanne di attivisti e agitatori. Proprio ieri a Torino 16 No Tav sono stati condannati alla complessiva pena di 30 anni di reclusione. Proteste ovvie al grido de «la Valle non si arresta».

In Toscana per fortuna la situazione è effervescente, ma non ci sono moti di protesta, scontri di piazza, cariche della polizia, anzi si discute molto civilmente e da parte di chi contesta l’opera si avanzano proposte per la salvaguardia dell’ambiente e delle persone. Proprio in questo spirito si è svolta a Firenze sabato 6 e domenica 7 ottobre la Conferenza dei Territori contro le Grandi Opere Inutili e Imposte organizzata dal Comitato No Tunnel TAV Firenze e dal Movimento No TAV.
L’obiettivo dell’incontro, al quale hanno dato il loro contributo decine di lotte territoriali e otto esperti e scienziati, era documentare in che modo gli obiettivi che animano le lotte popolari siano in grado di dare risposte efficaci per fermare le devastazioni naturali e gli sprechi di risorse pubbliche derivanti dalla mancanza di pianificazione territoriale.
Una Lettera Aperta al Ministro dei Trasporti è stata inviata affinché l’esecutivo assuma urgenti decisioni che contrastino ogni azione distruttiva del paesaggio e delle risorse economiche pubbliche derivanti dalle decisioni governative assunte nel passato, attraverso l’abrogazione di quella legislazione che ha favorito ogni tipo di progetto speculativo, con l’obiettivo di riportare in primo piano il tema della indispensabile e razionale pianificazione del territorio e dell’economia nell’interesse dei cittadini.
È stato sottolineato l’indispensabile coinvolgimento dei cittadini nelle decisioni per la pianificazione del territorio e degli interventi, come previsto dalla Convenzione di Århus che è legge dello Stato, perché essi sono capaci di proporre alternative valide in quanto portatori prioritari e diretti di interessi che non sono veicolati da mediazione politica e/o da processi istituzionali opachi e anti democratici.
Si è constatato quanto siano ridondanti le risorse destinate a nuove Grandi Opere Inutili che impediscono la realizzazione di progetti destinati alle necessità delle comunità, che hanno bisogni realizzabili in maniera semplice e relativamente economica, e riducono drammaticamente l’indispensabile manutenzione delle infrastrutture esistenti.
In Italia negli ultimi 20 anni si sono spesi oltre € 170 Mld.  per nuove opere (130 solo per la TAV), mentre per la manutenzione del patrimonio infrastrutturale, il più grande dell’occidente -stando al rapporto lunghezza delle reti/abitanti- si è investito meno del 10% di tale cifra.
Il Governo non impone alcun cambiamento di rotta, anzi avanzano cantieri di Grandi Opere. Confindustria e Sindacati confederali non propongono la soluzione ai problemi che affliggono l’Italia. Solo le Associazioni e i Comitati partecipanti alla Conferenza chiedono al “Governo del cambiamento” di tenere fede agli impegni elettorali. «Le richieste possono essere considerate minimali, ma il loro doveroso accoglimento sarebbe un importante segnale di discontinuità rispetto alla rotta finora seguita:
1) Le risorse finanziarie risparmiate con la cancellazione delle grandi opere inutili e dannose debbono essere destinate alla manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio, alla riduzione del rischio idrogeologico e alla mobilità sostenibile, come previsto dal Contratto per il Governo del cambiamento, in particolare al paragrafo 4.

2) La Legge 21 dicembre 2001, n. 443. (Legge Obiettivo), definita criminogena dall’Autorità nazionale Anticorruzione, dovrebbe essere definitivamente cancellata e non applicata per tutte le opere in corso o programmate.

3) Abolizione del Decreto legislativo 16 giugno 2017, n. 104 che, con il pretesto di adeguare la normativa sulla Valutazione di Impatto Ambientale alle Direttive europee, si è mosso in direzione esattamente opposta, annullando gli spazi di partecipazione dei cittadini e permettendo a soggetti proponenti e autorità competente di mettersi d’accordo, in ogni fase del procedimento VIA, sul grado di definizione del progetto in esame, di fatto vanificando l’efficacia di osservazioni e prescrizioni. Si chiede, conseguentemente, che la procedura VIA torni a seguire quanto disposto dal Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Codice dell’Ambiente) nella versione originale, considerando inoltre, per qualsiasi opera puntuale o lineare, l’opzione zero.

Vedremo se l’ala grillina del Governo, particolarmente sensibile a questi temi, seguirà le richieste degli esponenti toscani del Comitato, che rinnovano da lungo tempo, inascoltati e osteggiati dalle iniziative, contrarie, di Comune e soprattutto della Regione di Rossi Presidente, il quale spinge, da sue dichiarazioni, per privilegiare il trasporto dei pendolari liberando, con il tunnel, i binari di suoerficie dall’Av, ma in realtà si preoccupa, giustamente dal suo punto di vista, dall’occupazione delle cooperative rosse attualmente in difficoltà nel portare avanti l’attività di scavo e di costruzione di sottoattraversamento e Stazione Foster. E intanto, mentre si discute e si discetta, noi paghiamo.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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