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Ultrà morto a Milano: il calcio non si ferma. Sabato 29 è di nuovo campionato

Tifosi dell’inter e, nel riquadro, Daniele Belardinelli, morto durante gli incidenti prima di Inter-Napoli

MILANO – Nessuno stop. Il calcio va avanti e domani, sabato 29 dicembre, si giocherà l’ultima giornata del girone d’andata della seria A. Intanto continuano le indagini sulla morte di Daniele Belardinelli, il tifoso dell’Inter morto investito a Milano, in via Novara, dove, prima della partita con il Napoli, ultras nerazzurri avevano attaccato alcuni pulmini di tifosi partenopei. Originario di Varese, 35 anni, Belardinelli aveva ricevuto in passato, a quanto pare, almeno un Daspo di cinque anni. Sono complessivamente nove, compresi i tre interisti già in carcere, gli indagati per gli scontri di ieri sera. Per tutti l’accusa è di rissa aggravata, mentre gli investigatori della Digos sono ancora al lavoro per identificare il conducente del Suv che ha investito e ucciso Belardinelli.

Belardinelli – secondo quanto riferito dalla questura di Varese – era sorvegliato speciale per reati connessi a manifestazioni sportive. Era stato oggetto di diversi provvedimenti di Daspo, l’ultimo dei quali concluso nel 2017. Belardinelli era riconosciuto a Varese come uno dei capi dei Blood Honour, la frangia più estrema del tifo biancorosso che è storicamente gemellato con quello dell’Inter. Un Daspo di cinque anni risale al novembre 2007, per gli scontri a margine di Varese-Lumezzane, un altro al luglio 2012, quando Belardinelli era a Como per l’amichevole estiva tra la squadra locale e l’Inter. Alcuni ultrà dei Blood Honour si erano radunati davanti allo stadio comunale chiedendo novità sulle condizioni del loro compagno, poi deceduto all’ospedale San Carlo di Milano. L’investimento, secondo quanto ricostruito, sarebbe il momento conclusivo di scontri tra tifosi di opposte fazioni avvenuto in via Novara intorno alle 19.30. I magistrati stanno anzitutto accertando se vi sia una relazione tra gli incidenti e l’investimento. Certa è invece l’ipotesi di reato contestata ai tre tifosi interisti allo stato indagati: rissa aggravata e lesioni. «Un’azione squadristica ignobile», è la frase con la quale il questore di Milano ha definito l’attacco da parte di oltre cento ultrà dell’Inter, del Varese e del Nizza ad alcuni pulmini di tifosi napoletani, prima della partita Inter-Napoli.

Ancora da chiarire la dinamica dell’investimento. Lo ha spiegato lo stesso questore Marcello Cardona, il quale ha detto che si sta lavorando sulle immagini delle telecamere di sorveglianza in cui compare un suv scuro che potrebbe aver investito la vittima. Ad investirlo quindi non sarebbe stato uno dei van a bordo dei quali si trovavano i tifosi napoletani. Il questore ha parlato di gravissimi incidenti. Anche4 tifosi napoletani hanno riportato ferite da taglio e contusioni negli scontri precedenti l’incontro Inter-Napoli. L’investimento e il ferimento dei 4 napoletani sono trattati in modo distinto. I due interisti già arrestati sono accusati di rissa aggravata mentre si sta lavorando per identificare chi era alla guida del suv che sarebbe estraneo agli incidenti. Sarebbero stati gli stessi tifosi del Napoli a richiamare l’attenzione degli interisti su Belardinelli a terra. Tre tifosi dell’Inter sono stati arrestati con l’accusa è di rissa aggravata e di lesioni. Gli agenti della Digos hanno eseguito numerose perquisizioni a carico di supporter interisti e del Varese. «Chiedero al comitato per l’ordine pubblico – ha detto il questore – il blocco delle trasferte dei tifosi dell’Inter per tutta la stagione, e la chiusura della curva dell’Inter, a San Siro, fino al 31 marzo 2019».

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