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Cesare Battisti arrestato in Bolivia. Bolsonaro, un regalo per Salvini. Commento dei parenti delle vittime

BOLIVIA – Cesare Battisti è stato arrestato in Bolivia, a Santa Cruz de la Sierra. L’ex membro dei Proletari  armati per il comunismo (Pac), condannato in Italia a due ergastoli per quattro omicidi, si era reso irreperibile dopo l’ordine di arresto emesso da Luiz Fux, giudice del Tribunale Supremo brasiliano e il decreto di estradizione firmato dal presidente uscente Michel Temer. Il terrorista sarà presto portato in Brasile, da dove verrà probabilmente mandato in Italia. Alla cattura di Cesare Battisti hanno partecipato agenti italiani e brasiliani.

Lo riferiscono diversi media brasiliani citando Filipe Martins, consigliere speciale del presidente della repubblica Jair Bolsonaro. «Il terrorista italiano Cesare Battisti è stato arrestato in Bolivia e sarà presto portato in Brasile, da dove verrà probabilmente mandato in Italia così da poter scontare l’ergastolo secondo la decisione della giustizia italiana», scrive Martins sul suo profilo Twitter.

Battisti è stato arrestato alle 17 di ieri (le 22 in Italia) da una squadra speciale dell”Interpol formata anche da
investigatori italiani e brasiliani mentre camminava in una strada di Santa Cruz de La Sierra, popolosa città
nell”entroterra boliviano. L’ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac), riferisce il Corriere della Sera, non avrebbe opposto resistenza. Indossava pantaloni e maglietta di colore blu, un paio di occhiali da sole e barba finta. Caricato in macchina e accompagnato in una caserma della polizia, Battisti non avrebbe proferito parola.
Sempre secondo quanto scrive il quotidiano sul suo sito web, la squadra speciale dell”Interpol aveva indirizzato le ricerche intorno a Santa Cruz poco prima di Natale. Ieri infine è stata circoscritta la zona nella quale Battisti si era nascosto, sono stati quindi compiuti appostamenti in almeno tre-quattro aree differenti, finché l’ex terrorista è stato accerchiato e bloccato con il supporto della polizia boliviana.  E’  stato trasferito in un ufficio della polizia
boliviana e sono già state avviate le attività per l’esecuzione del procedimento di espulsione dal paese.

Il deputato federale Eduardo Bolsonaro, figlio del presidente Jair Bolsonaro, celebra su Twitter l’arresto di Cesare Battisti, catturato a Santa Cruz de la Sierra in Bolivia: “Matteo Salvini, il ‘piccolo regalo’ sta arrivando”, scrive.
“Battisti è stato preso! La democrazia è più forte del terrorismo”. Così l’ambasciatore italiano in Brasile, Antonio Bernardini. Speriamo che sia la volta buona.

«Battisti arrestato stanotte in Bolivia. Finalmente le vittime del terrorismo avranno giustizia». Lo scrive su
Twitter l’ex premier Paolo Gentiloni. Non ci sono ancora (ore 7,52), stranamente, reazioni sui social del ministro dell’Interno Matteo Salvini, sempre molto attivo in occasioni del genere, e non credo che né lui né il suo staff riposino a lungo la domenica…

Reagiscono invece i parenti delle vittime del terrorismo:

È impossibile che non venga estradato in Italia Cesare Battisti, il terrorista condannato fra l”altro per l”organizzazione dell”omicidio di Pierluigi Torregiani. Ne è convinto il figlio Alberto che da anni chiede il suo ritorno in Italia per scontare la pena. Per questo in passato Torregiani è anche andato in Brasile. «Tecnicamente è un fuggiasco, non coperto da nessuno status particolare. È un latitante – ha aggiunto – e non ha più benefici. Quindi credo che nell”arco di 48 ore, una settimana al massimo sarà in carcere in Italia. Non penso i brasiliani abbiano tanta voglia di tenerselo».

Il figlio di Sabbadin, altra vittima del Nucleo proletari armati afferma: «E’ una persona squallida, sono contentissimo per l’arresto»

«Attendiamo che sia in Italia e  facciamogli scontare fino all’ultimo giorno in galera». Così Lorenzo Conti, figlio dell’ex sindaco di Firenze Lando, assassinato da un commando delle Brigate Rosse il 10 febbraio 1986, commenta a caldo all’Adnkronos l’arresto in Bolivia di Cesare Battisti. «Comunque attendiamo – aggiunge prudente Conti -, ancora non tiro un sospiro di sollievo. Finché non lo vedo in galera non ci credo che sconterà davvero la sua pena». Ha perfettamente ragione, con le protezioni accordate dalla sinistra internazionale agli ex terroristi e con la nostra giustizia non possiamo esser mai sicuri di nulla.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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