Case Chiuse: cattolici contro Salvini, Comunità Papa Giovanni XXIII condanna l’idea
ROMA – «L’idea di riaprire le case chiuse è fuori dalla storia». Lo afferma Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, in merito alla dichiarazione del vicepremier Salvini, sulla riapertura delle case chiuse. «Il vero problema che la politica ha il dovere di affrontare – afferma Ramonda al Sir – sono le decine di migliaia di donne, anche giovanissime,
costrette a prostituirsi, rese schiave dalla criminalità organizzata e dai clienti che sfruttano la loro condizione di vulnerabilità». La Comunità Papa Giovanni XXIII, da sempre in prima linea nella lotta alla tratta, chiede di spezzare le catene che tengono legate queste donne e renderle finalmente libere. «Non basta dire che l’attuale Governo non intende intervenire sul tema – aggiunge Ramonda -. Chiediamo ai governanti di adottare le misure necessarie per liberare queste donne. La soluzione non è l’Austria, nei cui night club non vi
sono donne austriache ma persone vulnerabili che provengono da Paesi poveri. La vera soluzione è il modello nordico in cui si prevede la sanzione ai clienti, considerati corresponsabili della riduzione in schiavitù di queste persone. Invitiamo il ministro Salvini a visitare una delle nostre case famiglia in cui sono accolte le vittime della tratta a causa della prostituzione».