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Firenze, Bocci: ci sono pressioni sui candidati delle mie liste. 25 aprile manifestazione di parte

25 Aprile
FOTO UFFICIO STAMPA COMUNE DI FIRENZE

FIRENZE – Non è in discussione «quanto tutti noi dobbiamo al 25 aprile come data simbolica, ma è tutto il contorno che mi ha lasciato molto perplesso». Lo ha ribadito Ubaldo Bocci, candidato sindaco del centrodestra a Firenze, che
domani parteciperà ad una iniziativa in una parrocchia della città con persone in difficoltà invece di prendere parte alle celebrazioni per la Liberazione. «E’ quello che facciamo un po’ tutti gli anni con altri amici, stare insieme a persone meno fortunate. La mia perplessità – ha proseguito – è sul partecipare ad una manifestazione che non è tanto la manifestazione di tutti quelli che hanno liberato la città, ma purtroppo, e la storia ce lo insegna, è diventata una manifestazione di parte. Una manifestazione che doveva essere realmente condivisa, dove il tricolore deve essere l’unica bandiera presente nella piazza, purtroppo è diventata una manifestazione di parte». Bocci ha ribadito di essere «profondamente contrario ad ogni tipo di tirannide, sia quella che è stata abbattuta il 25 aprile dai partigiani, dalle forze alleate eccetera, così come a dittature rosse, verdi e turchine. Questo lo dico nella maniera più assoluta».

PRESSIONI – Poi aggiunge una connotazione preoccupata e preoccupante. «In questa città giustamente medaglia d’oro alla Resistenza, una città che ha fatto l’impossibile per liberare Firenze dal nazifascismo, oggi, 2019,
tantissimi miei candidati hanno delle pressioni inverosimili perché si tolgano dalle liste. Se ai miei candidati mandano i messaggini – ha proseguito Bocci – o prendono a braccetto qualcuno e gli dicono Ma chi te lo fa fare, guarda, magari se vieni con noi forse è meglio, non sono cose belle. Qui non c’entra niente il 25 aprile: ma io speravo, ero convinto che questa fosse una città libera, dove ognuno liberamente potesse fare le sue scelte anche politiche.
Mi rendo conto che purtroppo non è così». Secondo Bocci, «a Firenze c’è una cappa, se non sei iscritto a quel club si fa fatica a partecipare a tutte le attività che quel club mette a disposizione. Io non mi sono mai iscritto, è un club che non conosco: ma mi par di capire che Firenze sia una città dove c’è un sistema che ha tutto l’interesse ad autorigenerarsi».

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