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Firenze: a Montedomini «La spesa», mostra fotografica che reinterpreta i disturbi alimentari

Una delle stanze in cui è allestita la mostra «La spesa. Non siamo ciò che mangiamo»

FIRENZE – Dal 18 maggio all’1 giugno 2019 gli antichi armadi del Guardaroba storico di Montedomini (via dei Malcontenti 6, Firenze) ospitano «La spesa. Non siamo ciò che mangiamo», mostra fotografica di Oriente Plazzi Marzotto a cura di Milena Zunino, docente all’Accademia di Belle Arti di Firenze.

La giovanissima artista (nipote di Marta Marzotto) costruisce 32 immagini in cui il corpo femminile è in stretta relazione con una serie di alimenti, presenti, mimati o solo evocati. Ogni foto è accompagnata da didascalie che altro non sono che estratti di interviste, fatte dalla stessa Plazzi Marzotto, a cinque ragazze che soffrono di disturbi alimentari (anoressia, bulimia, disturbo da alimentazione incontrollata).

I fotogrammi in mostra a un primo sguardo possono apparire bizzarri, quasi giocosi, ma naturalmente intendono svegliare sensazioni non troppo superficiali, dall’angoscia a una sorta di vuoto silente. Il gioco delle analogie formali e delle possibili metamorfosi messo in atto dalle modelle (una è la versatile autrice, in autoscatto) che interpretano biscotti, verdure e altri alimenti, non fa che dimostrare, enfatizzandola con un’ovvietà che tracima nell’ironia, la distanza che intercorre tra chi imita e ciò che è imitato, vale a dire che non siamo quello che mangiamo, malgrado i luoghi comuni, non fosse che perché biscotti, frutta e ortaggi non pensano. L’intento è quello di sollecitare una riflessione sull’immagine e sul sistema della comunicazione mediatica e insieme di a sensibilizzare il pubblico verso alcune patologie sempre più diffuse, benché spesso non immediatamente riconosciute. Il progetto parte dalla considerazione che, nei disturbi alimentari, il cibo (come il corpo) assume un valore emotivo e diventa il pensiero principe della persona, ciò che la definisce. Attraverso un percorso di cura, nel tempo, si comprende a fondo quel valore e i vari sintomi vengono svuotati del loro originario significato. In questo modo il cibo ritornerà ad essere solo cibo.

Molto interessante (e poco visitato) anche lo spazio che ospita la mostra: la stanza con gli antichi enormi armadi del Guardaroba storico di Montedomini. Qui, dal XIX secolo, lavoravano le anziane ospiti, affiancate da giovani donne esterne, a cucire la biancheria per l’istituto e le cosiddette divise (uomini e donne indossavano una sorta di abito dell’ente e due esemplari superstiti di questi indumenti vi sono esposti). È un luogo nel quale le donne sono state protagoniste e tornano ora ad esserlo, sia pure in chiave molto diversa.

Tutti i giorni dalle 14 alle 18. Ingresso libero.

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