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Editoria: Belpietro direttore dell’Unità. Fnsi: sconcertante

ROMA – Sarà firmato da Maurizio Belpietro il numero dell’Unità in edicola domani. Lo comunica il cdr, che
parla di gesto gravissimo. L’Unità, di proprietà di Piesse, non va in edicola da un paio d’anni, ma l’editore è obbligato a pubblicare almeno un numero all’anno per evitare che la testata decada. Il 25 maggio dell’anno scorso il giornale era tornato nelle edicole di Roma e Milano per un giorno. La carica di direttore era stata assunta in quel caso da Luca Falcone.

«La decisione del gruppo Piesse di nominare Maurizio Belpietro direttore editoriale dell’Unità sconcerta e preoccupa. Non per ragioni di carattere professionale, ma perché si tratta di una scelta che va contro la storia del quotidiano fondato da Antonio Gramsci». Lo afferma Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi.
«Ogni giornale – prosegue Lorusso – ha un’identità precisa e definita che non può essere né snaturata né vilipesa.
Soprattutto non possono essere offesi i giornalisti, i lettori e la memoria di quanti all’Unità hanno legato vita e militanza politica, impegno intellettuale e professionale. Maurizio Belpietro, che porta legittimamente avanti la sua visione del mondo e le sue idee, è quanto di più distante possa esserci dalla linea e dalla cultura politica di cui l’Unità è storicamente interprete. La decisone dell’editore – sottolinea ancora Lorusso – è grave e incomprensibile, oltre che una chiara provocazione, perché il giornale era già pronto per andare in stampa con la firma di un altro direttore responsabile. In realtà, gli editori vogliono umiliare una redazione che, dopo essersi vista negare diritti, da molti mesi è impegnata in una delicata trattativa per riportare in edicola lo storico quotidiano e salvare i posti di lavoro. Le modalità che hanno portato alla nomina del nuovo direttore – un blitz in piena regola – sono inoltre inaccettabili perché violano le procedure previste dal contratto. Di questa violazione, gli editori Stefanelli e Pessina saranno chiamati a rispondere nelle sedi competenti. Il sindacato dei giornalisti italiani continuerà ad essere al fianco dei colleghi dell’Unità che si sono ribellati a questo ennesimo sopruso».

 

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