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Pensioni d’oro: i tagli sono incostituzionali, lo spiega Alberto Brambilla, uno dei massimi esperti

Una voce autorevole, quella di Alberto Brambilla, Presidente di itinerari presidenziali, spara a zero sul provvedimento del governo che taglieggia le pensioni d’oro, considerandolo incostituzionale. Il cosiddetto ricalcolo delle pensioni d’oro (quelle superiori a 100.000 euro annui) sulla base dei contributi versati in realtà è un taglio vero e proprio che, per percentuale e durata, non ha precedenti.

Lo si legge in uno studio di Itinerari previdenziali che sostiene che sarebbe «più corretto definirlo un incremento tra il 15% e il 40% di imposte su pensioni peraltro già assoggettate a una tassazione superiore al 40%». E’ un taglio che secondo l”ente che si occupa di ricerca sul welfare è incostituzionale.
Il taglio partito sugli assegni di giugno genererà entrate per lo Stato per circa 70 milioni di euro all”anno per un totale di circa 350 milioni, considerata la durata quinquennale della misura che «grava su pensioni già assoggettate a una forte tassazione e che non beneficiano di alcuna agevolazione o deducibilità. Se sommiamo la perdita di potere d”acquisto delle pensioni causato dal reiterato mancato adeguamento all”inflazione e questo taglio – si legge – stupirebbe un mancato intervento della Suprema Corte, considerando soprattutto il fatto che, non trattandosi di ricalcolo contributivo, il ricalcolo è un evidente aumento dell’imposizione fiscale limitata a soli 29.000 cittadini nella posizione di pensionati, che non si possono neppure difendere, mentre se contributo fiscale doveva essere
avrebbe dovuto gravare su tutte le tipologie di redditi (e non solo su quelli da pensione)».

«Se fossimo un Paese normale- sottolinea il presidente di Itinerari previdenziali Alberto Brambilla – le dichiarazioni
del Ministro del Lavoro sulle pensioni di importo oltre i 100.000 euro lordi (55.000 netti) dovrebbero essere perseguite come false comunicazioni, con l’aggravante dell’istigazione all’odio di classe».

Siamo perfettamente d’accordo con Brambilla, abbiamo sostenuto più volte la battaglia dei pensionati contro i soprusi del Governi, sia per la riduzione della contingenza sia per la riduzione dgli assegni elevati, e speriamo che la Corte Costituzionale si ravveda rispetto alle pronunce troppo indulgenti nei confronti del Governo Renzi e, pur ricollegandosi a quelle situazioni, ristabilisca la giustizia fiscale, contributiva e sociale, bacchettando chi, come Di Maio (diamo ragione a Brambilla) incita all’odio sociale, come dimostrato dai nunerosi talk show che si sono occupati e si occupano dell’argomento.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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