Governo: Salvini, di rimpasti non se ne parla, ma nella Lega circolano nomi di ministri che potrebbero essere sostituiti

MILANO – In un’intervista a tutto campo al Corriere della Sera il ministro Salvini parla anche di composizione del Governo, e afferma: il rapporto con l’Ue comporta che servirà «un ministro ai rapporti con l’Unione a tempo pieno». Salvini si riferisce al fatto che oggi, dopo l’uscita dal governo di Paolo Savona, la delega è in capo al premier Conte: «Ne parlerò con lui al suo ritorno, ma penso che ci sia disponibilità: dal prossimo mese nascono le nuove istituzioni europee e non possiamo lasciare quel ruolo senza presidio: se Conte è in Vietnam, non può nello stesso momento essere a Bruxelles». Salvini dice di «prescindere dalla Lega», ma anche di avere «idee molto chiare» sull’identikit del futuro ministro. Ma se le tiene per sé. In Lega circola comunque il nome di Guglielmo Picchi. Quanto al commissario italiano, discorso simile. Punto fondamentale: secondo Salvini il futuro commissario «dovrà essere un politico. La procedura d’infrazione è un fatto politico, non tecnico. Ci sono paesi messi peggio di noi che non sono sotto minaccia d’infrazione. E dunque, il punto di vista deve essere politico». Qui, il nome che circola continua a essere quello di Giancarlo Giorgetti.
Di rimpasti e avvicendamenti nel governo, Salvini non vuole sentir parlare: «Rimpasto è parola di altra era politica, noi abbiamo parlato di quel che c’è da fare». Certamente, una discussione dettagliata sui possibili futuri assetti di governo ieri non c’è stata. Ma in Lega c’è chi spiega come la pensa il partito: «Se qualcuno si è contraddistinto per la posizione contraria, per esempio, a opere e infrastrutture, non si vede come possa continuare come prima e nella stessa posizione». Come dire: il ministro Toninelli potrebbe ritrovarsi in fuori gioco. A differenza dei ministri Trenta e Costa, poco cari ai leghisti ma su cui i 5 stelle non intendono cedere. Meno certa, anche tra i 5 stelle, la posizione di Giulia Grillo. Non una parola, ufficialmente, sugli avvicendamenti e le integrazioni tra i sottosegretari. Nell’agenda di governo però entra con energia la riforma della Giustizia: «Ne parlerò — dice Salvini — con il ministro Bonafede. Perché è adesso o mai più: per la prima volta c’è la possibilità di scriverla con i magistrati e gli avvocati. Non possiamo perdere l’occasione».
