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Pensioni: Tridico esclude allarmi, il sistema è solido, spesa in aumento dell’1,9%

ROMA – «Il sistema pensionistico è solido». Lo ha detto il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, nella sua relazione annuale dal titolo ‘Disuguaglianze e iniquità sociali. Sfide per il futuro’ nel corso della presentazione del Rapporto annuale dell’Istituto oggi alla Camera dei deputati.

Secondo Tridico, il bilancio dell’Inps è unico, e l’Istituto deve mantenere la sua unità, ciò consente di sfruttare economie di scala e di rendere più efficiente la fornitura di beni e servizi attraverso l’accentramento di informazioni e competenze; tuttavia, una riflessione di trasparenza contabile è necessaria al fine di rendere edotti cittadini e policy maker, sulla divisione reale tra spesa pensionistica e quella assistenziale che non è finanziata con i contributi dei lavoratori ma attraverso la fiscalità generale.

Tridico ha sottolineato, nella sua prima relazione da presidente Inps, che «oggi i trasferimenti dallo Stato ammontano a circa 110 miliardi, a fronte di una spesa totale per prestazioni di circa 318 miliardi. La trasparenza è necessaria al fine di evitare allarmismi circa la sostenibilità del nostro sistema pensionistico.»

La spesa per rate di pensione dell’anno 2018 – espressa in termini di competenza finanziaria, al netto della spesa per trattamenti per carichi familiari pari a 671 milioni, è risultata pari a 265.573 milioni con un aumento dell’1,9%
(+5.043 milioni) rispetto ai 260.529 milioni del 2017.

«Il 50% dei lavoratori appartenenti al gruppo di working rich –  lavoratori ricchi che guadagno cinque volte il
reddito mediano annuale –  proviene dai lavoratori dipendenti: il 22,2% dai professionisti, il 18,8% dai dipendenti pubblici e il restante 9,2% dai collaboratori».

Le parole del Presidente dell’Istituto di previdenza confermano ancora una volta che i tagli alle pensioni alte non sono stati introdotti per riequilibrare il sistema, ma solo per dare un introito finanziario a chi non ha mai pagato contributi, non ha quasi mai lavorato regolarmente, in una parola a quei nullafacenti che pretendono di essere mantenuti dallo Stato. Ma per questo deve intervenire la fiscalità generale, non i tagli alle pensioni alte, come ha già più volte ribadito la Consulta, che speriamo rinnovi, in occasione dei prossimi ricorsi, questa sua posizione.

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