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Il tribunale di Arezzo dove l'uomo è stato condannato

Banca Etruria: le motivazioni della sentenza di condanna in primo grado davanti al tribunale di Arezzo

Il Tribunale di Arezzo
Il Tribunale di Arezzo

AREZZO – Oltre 200 sono le pagine contenenti le motivazioni della sentenza di condanna per l’ex presidente di Banca Etruria Giuseppe Fornasarei e l’ex direttore generale Luca Bronchi, depositate durante l’estate  dal Gup Giampiero Borraccia, relative alla condanna in primo grado pronunciata lo scorso 31 gennaio, per la quale adesso i due ex vertici dell’istituto di credito potranno fare ricorso.

Scrive il giudice: «piaceri agli amici degli amici, una ragnatela di potere che arrivava fin dentro le segrete stanze dei
cardinali in Vaticano, mediazioni improprie di antichi compagni di partito democristiani, che rendevano possibili prestiti tutt’altro che cristallini, legami personali che scavalcavano le strutture della banca nella concessione dei finanziamenti, un comitato informale, composto di presidente, vicepresidente e direttore generale (il cosiddetto ‘Trio’) che avrebbe di fatto governato Banca Etruria, esautorando il consiglio d’amministrazione».

Questo, secondo il Gup del Tribunale di Arezzo Giampiero Borraccia, il quadro che sta alle spalle del crac di Bpel. Il giudice lo descrive accuratamente per oltre duecento pagine – scrive oggi La Nazione nella cronaca aretina – nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso 31 gennaio ha condannato a cinque anni in rito abbreviato l’ex
presidente Giuseppe Fornasari e l’ex direttore generale Luca Bronchi, infliggendo anche due anni all’ex vicepresidente Alfredo Berni, imputato per il periodo pre-2008 in cui era stato direttore generale, e un anno e sei mesi al consigliere Rossano Soldini.

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