Giornata del Migrante e rifugiato. I vescovi, non basta accogliere, occorre integrare i migranti
ROMA – «Accogliere e’ un dovere fondamentale ma se noi non ci si impegna per l’integrazione della persona straniera non basta, la cittadinanza va costruita, e’ frutto di integrazione e di un accompagnamento». Lo ha detto il presidente della Cei,cardinale Gualtiero Bassetti, in occasione della presentazione del XXVIII Rapporto Immigrazione 2018-2019 della Caritas-Migrantes. Rapporto ispirato al messaggio del Papa per la 105esima Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.
Non si tratta solo di migranti, tema che per il cardinal Bassetti «ci interroga profondamente sul senso del nostro impegno». Nel rapporto si legge che L’Italia, con 5.255.503 cittadini stranieri residenti pariall’8,7% della popolazione totale residente, si colloca al terzo posto dell’Unione Europea. Diminuiscono gli ingressi per motivi di lavoro, mentre aumentano quelli per motivi di asilo e protezione umanitaria. Al primo gennaio 2019 le comunita’ straniere piu’consistenti sono quella romena, 1.206.938 pari al 23% degli immigrati totali, quella albanese, 441.027 con l’8,4% del totale,e quella marocchina, 422.980 pari all’8%.
La popolazione straniera sul territorio italiano risiede prevalentemente nelle regioni piu’ sviluppate del Nord, il 57,7%,e in quelle del Centro, 25,4%, mentre nel Mezzogiorno sono il 12,2% e nelle Isole il 4,9%. Le regioni nelle quali risiede il maggior numero di cittadini stranieri sono la Lombardia (1.181.772 cittadini stranieri residenti, pari all’11,7% della popolazione totale residente), il Lazio (683.409, 11,6%), l’Emilia-Romagna(547.537, 12,3%), il Veneto (501.085, 10,2%) e il Piemonte(427.911, 9,8%). Le province nelle quali risiede il maggior numero di cittadini stranieri sono Roma (556.826, 12,8%), Milano (470.273, 14,5%), Torino (221.842, 9,8%), Brescia (157.463, 12,4%) e Napoli (134.338, 4,4%). Inoltre, dal 2014 la perdita di cittadini italiani risulta l’equivalente di una grande citta’ come Palermo, 677 mila persone. Una perdita compensata, nello stesso periodo, dai nuovi cittadini per acquisizione di cittadinanza, oltre 638 mila e dal contemporaneo aumento di oltre 241 mila unita’ di cittadini stranieri residenti. Sul fronte del lavoro dai micro dati RCFL-ISTAT relativi al primo semestre 2018, la popolazione immigrata in eta’ da lavoro e’ di 4.102.645 persone con 15 anni di eta’ e oltre.
Risulta occupato il 64,3% dei cittadini stranieri comunitari e il58,7% dei cittadini extra-UE. Gli occupati stranieri sono cresciuti rispetto al primo semestre 2017 (+2,5%), dato superiore a quello degli occupati italiani (+1,6%). La distribuzione degli occupati stranieri nelle diverse attivita’ economiche conferma la segregazione occupazionale degli immigrati. I lavoratori stranieri si concentrano, in particolare, nel settore dei servizi collettivi e personali (stranieri 26,1%; italiani 5,6%), nell’industria in senso stretto (stranieri 18,1%; italiani 20,2%), nel settore alberghiero e della ristorazione (stranieri 10,6%; italiani 5,9%)e nelle costruzioni (stranieri 9,6%; italiani 5,5%).Parallelamente, persiste negli stranieri il fenomeno dell’over-education, con lavoratori che svolgono attivita’ non adeguate alla propria formazione. Per il cardinal Bassetti “grande importanza riveste l’impegno educativo. La famiglia e la scuola, in quanto luoghi privilegiati della formazione umana e culturale delle nuove generazioni, possono essere gli strumenti per insegnare a leggere secondo verita’ ed umanita’ quel ‘segno dei tempi’ che e’ la mobilita’ umana”.