Firenze, Giorgio Pinchiorri accusato di stalking dalla ex sommelier: «Mi perseguita». L’avvocato del ristoratore: «C’erano stati problemi di lavoro»
FIRENZE – Avrebbe vissuto attimi di tensione anche con i carabinieri, Giorgio Pinchiorri, 75 anni, famoso in tutto il mondo con la sua Enoteca (tre stelle Michelin), nel settecentesco palazzo Jacometti-Ciofi in via Ghibellina, per la corte, a quanto pare ossessiva, nei confronti di una sua ex dipendente. Dopo varie denunce, un procedimento penale in corso e un ammonimento del questore, nella notte tra giovedì 26 e venerdì 27 settembre, la donna, 33 anni, appena uscita dal nuovo ristorante del centro storico fiorentino dove lavora adesso, si è trovata il celebre chef e sommelier di nuovo di fronte e ha chiamato i carabinieri. La notizia è riportata oggi, 29 settembre, da La Nazione e dal Corriere Fiorentino. Sono descritti attimi turbolenti anche con i militari, che hanno dovuto placare gli animi. Per questo atteggiamento tenuto con i carabinieri, potrebbero arrivargli nuovi problemi. Anche se non più seri di quelli che gli contesta il pubblico ministero, Giovanni Solinas. La procura del capoluogo toscano ha, infatti, già chiuso le indagini sul suo conto (il fascicolo era stato aperto nel novembre 2018) e potrebbe chiedere il rinvio a giudizio per il titolare dell’Enoteca Pinchiorri, accusato di stalking. Nelle carte del magistrato titolare dell’inchiesta, un cospicuo faldone a suo nome: ci sono le denunce raccolte nei mesi scorsi dalla donna, assistita dall’avvocato Federico Scavetta.
La vittima era stata sua dipendente, figlia a sua volta di una conoscente del titolare dell’Enoteca, che dal 1974 Giorgio Pinchiorri gestisce con l’altrettanto famosa moglie, la chef di origine francese Annie Féolde. Frequentandosi sul lavoro, l’imprenditore si sarebbe invaghito della dipendente 33enne. Secondo l’accusa, avrebbe cercato di accorciare la distanza di quel rapporto professionale con telefonate, sms, regali, sorprese sotto casa. Gli imbarazzi di circostanza della dipendente si sarebbero trasformati in no. Poi in veri e propri stati d’ansia «che – scrive La Nazione – l’hanno portata, come primo passo, a licenziarsi da
quello che per lei, professionista del vino, era anche un posto di lavoro ambito e blasonato. Nel marzo del 2016 ha, dunque, lasciato l’Enoteca Pinchiorri per allontanarsi dal suo titolare, ma la paura addosso le è rimasta». Perchè, contesta la procura, le telefonate sono continuate, da numeri sconosciuti e sempre differenti, così come i doni indesiderati e i pedinamenti a tutte le ore. L’ultimo, l’altra notte. La donna era
appena uscita dal lavoro, da un ristorante nella zona di Ponte Vecchio, e si stava avviando verso casa in compagnia del fidanzato che, consapevole del passato, l’accompagna al lavoro al ristorante e, dopo, la va a riprendere. Ma, secondo quanto ricostruito, la presenza del fidanzato non avrebbe fatto desistere il Pinchiorri che la stava aspettando sul marciapiede. «Facciamo pace», sarebbero state le prime parole del noto ristoratore. Poi i toni sarebbero cambiati, fino all’arrivo dei carabinieri. Finora Giorgio Pinchiorri non ha commentato la vicenda. A parlare è stato, invece, il suo difensore, l’avvocato Maria Cristina Paoli, che al Corriere Fiorentiino ha dichiarato: «La giovane è stata dipendente dell’Enoteca e non andava d’accordo con nessuno. Si è dimessa, è stata riassunta e ha continuato a litigare con tutti. Ma sul nuovo episodio contestato a Pinchiorri, per il momento, non posso dire nulla».
