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Siria: oltre 200.000 gli sfollati nella zona del Nordest, lo dice Oxfam

ROMA – Con oltre 200mila sfollati, il quadro umanitario nel nord-est della Siria rischia adesso di precipitare. E’ l’allarme lanciato oggi dalle 73 organizzazioni umanitarie, tra cui Oxfam, impegnate nella risposta alla crisi siriana, che compongono il ‘Syria International Ngo Regional Forum’ (Sirf). Secondo le stime delle Nazioni Unite, infatti, oltre 400mila persone avranno bisogno di aiuti umanitari immediati nelle prossime settimane.

«Una delle situazioni più gravi – si legge in una nota – si registra nella città di Hasakeh, dove in tre giorni sono arrivate 60mila
persone in fuga dal conflitto. Qui la principale stazione idrica è stata gravemente danneggiata dagli scontri, lasciando circa 400mila
persone (tra cui 82 mila sfollati dei campi di Al Hol e Areesha), con metà dell’acqua pulita necessaria a soddisfare i propri bisogni. Gli unici rifornimenti idrici disponibili al momento sono infatti erogati da una diga vicina, che oltre a fornire acqua di qualità
scadente, esaurirà le proprie riserve nel giro di 10-15 giorni. Esponendo così la popolazione a nuovi focolai di tifo e dissenteria,
dopo i diversi casi già registrati lo scorso agosto. Una situazione in rapido deterioramento, con gli operatori umanitari sempre più esposti a enormi rischi nel tentativo di portare aiuti alla popolazione, per la mancanza di corridoi umanitari sicuri.

Alla luce dell’accordo politico recentemente annunciato tra le autorità curde e il governo siriano, le organizzazioni umanitarie del ‘Syria International Ngo Regional Forum’ lanciano un appello urgente affinché: venga prima di tutto garantito alle organizzazioni umanitarie di soccorrere la popolazione colpita dal conflitto, assieme alla sicurezza delle infrastrutture idriche e sanitarie, da cui dipende la sopravvivenza della popolazione, delle scuole e dei campi profughi; tutte le parti in conflitto non prendano di mira civili e operatori umanitari, rispettando il diritto internazionale umanitario; tutte le parti in conflitto cessino immediatamente le ostilità e avviino un dialogo urgente, sostenuto dalla comunità internazionale; tutte le parti in conflitto e la comunità internazionale garantiscano la libertà di movimento e l’accesso umanitario alla popolazione; vengano svolte immediate indagini su possibili violazioni del diritto internazionale
umanitario, in particolare attacchi illeciti contro civili e infrastrutture civili; il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite rinnovi urgentemente la risoluzione 2165 per facilitare la fornitura di aiuti umanitari nel nord-est della Siria; i governi dei Paesi donatori siano pronti e disponibili a sostenere la risposta umanitaria.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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