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Manovra, tassa cartine: azienda congela 140 assunzioni. E sulla plastic tax arriva il monito dall’Emilia

ROMA – Piccola tassa? Evidentemente a Palazzo Chigi e al Ministero dell’Economia non si rendono conto di che cosa stanno parlando. O della delicatezza della materia che stanno trattando. Ecco un risultato: se non sarà modificata la bozza della legge di bilancio relativa alla tassazione su cartine e filtri per sigarette, la International Tobacco Agency (Ita), società di commercializzazione di articoli per fumatori con sede a Carbonera (Treviso), comunica di non poter procedere all’annunciato piano di 140 assunzioni nei prossimi tre anni. Lo ha comunicato oggi l’amministratore delegato, Marco Fabbrini, a capo di un’azienda da 280 addetti e che genera ricavi per circa 50 milioni, il 14% dei quali generato dalle cartine. E naturalmente c’è il monito degli industriali emiliani della plastica, ugualmente preoccupati, e anche arrabbiati, per i provvedimenti di un governo che fa cadere tasse a pioggia, senza un a veduta prospettica ragionata.

CARTINE – Torniamo alle cartine da sigarette.In base a una simulazione sui pezzi venduti lo scorso anno, infatti, i 3,6 millesimi di euro che il governo intende applicare su ciascuno di essi si trasformerebbe per Ita in 5,27 milioni di imposte. «Non siamo contrari a misure per la riduzione del danno dovuto al consumo di tabacco – spiega Fabbrini – ma un intervento di questo genere, se non accompagnato da un rafforzamento dei controlli sul parallelo mercato illegale, non farà altro che spostare i consumatori, sui quali si riverserà il maggior peso fiscale, verso canali di vendita occulti, con ricadute sulla rete regolare che stimiamo fino al -50%. Per questo abbiamo scelto di congelare il piano di assunzioni, non essendovi più ragionevoli certezze rispetto alla crescita di fatturato prevista per il prossimo triennio».

PLASTICA – La presa di posizione dell’azienda arriva nel giorno in cui si avvia l’iter della legge di bilancio in Senato. Intanto sulla plastic tax arriva il monito degli industriali emiliani. «Siamo di fronte a un calcolo frettoloso – afferma Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia – per fare quadrare la manovra di fine anno, senza studi di fattibilità di cosa si colpisce e degli effetti nell’economia reale. Siamo convinti che la misura, dallo scopo assolutamente nebuloso, non risolva le questioni ambientali e vada solo a penalizzare senza possibilità di recupero consumatori, lavoratori e imprese. Il processo di cambiamento viene distrutto e non stimolato. «Si tratta di un provvedimento che colpirà un comparto di eccellenza – aggiunge – quello della plastica, che è oggi messo in cattiva luce in maniera troppo semplicistica: stiamo risparmiando o demonizzando per allocare imposte che andranno a penalizzare il mondo di chi produce?».

 

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Sandro Bennucci

Direttore del Firenze Post Scrivi al Direttore

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