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Governo: dopo le dimissioni di Fioramonti un gennaio bollente per il Conte2

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ANSA/ANGELO CARCONI

L’ennesima spaccatura nel Movimento Cinquestelle che continua a perdere pezzi, rischia di avere ripercussioni serie anche sulla tenuta del Governo per il quale tra l’altro, si annuncia un gennaio di fuoco. ll nodo più spinoso da sciogliere è senza dubbio quello che riguarda il decreto Milleproroghe, approvato Salvo Intese, formula che tradotta politicamente vuol dire che la quadra non c’è. E trovarla non sarà facile.

Il capitolo più delicato è quello sulle concessioni autostradali. Il Premier Giuseppe Conte, intanto, prova a spegnere l’incendio chiarendo che dietro alle nuove regole non si nasconde alcun intento punitivo ma la volontà di mettere a punto un sistema più trasparente ed equilibrato. Al momento, però, la platea degli scontenti ha già fatto sapere che è pronta a dare battaglia.

Sul tavolo dell’esecutivo c’è poi il dossierAlitalia, il cui percorso per arrivare a una soluzione resta ancora a ostacoli . Non va meglio sul fronte della Banca Popolare di Bari: lo scorso 16 dicembre è stato presentato alla Camera il decreto per il salvataggio dell’istituto. Dall’8 gennaio partirà un ciclo di audizioni, con gli emendamenti che potranno essere presentati in commissione Finanze alla Camera entro e non oltre il giorno 13 dello stesso mese. Poi palla a Palazzo Madama. Il testo dovrà diventare legge entro il 14 febbraio 2020.

Per chiudere il “menù”, la grana Ilva. Dopo l’intesa raggiunta in extremis fra i commissari straordinari e l’azienda, la negoziazione che conduce ad un piano industriale per il rilancio del polo siderurgico con base a Taranto ha come deadline il prossimo 31 gennaio.

Giuseppi dovrà rimboccarsi le maniche e cercare di tenere unita la baracca, con il solido accordo del Presidente Mattarella che vede come una disgrazia nazionake il ritorno alle urne, alla faccia della tanto vantata democraticità della nostra Costituzione che inizia affermando che il potere appartiene al popolo. Ma quando mai? Appartiene alle lobbies e ai poteri forti che influiscono sulle nostre massime istituzioni.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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