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Vitalizi dei parlamentari: Commissione Contenzioso del Senato valuta la revisione dei tagli

ANSA/ANGELO CARCONI

Una notizia che porrebbe fine a uno dei cavalli di battaglia dei grillini e Di Di Maio cj viene riferita dal quotidiano Il Tempo. La Commissione Contenzioso di Palazzo Madama avrebbe deciso di annullare il ricalcolo con il metodo contributivo degli assegni degli ex parlamentari disposto dall’ufficio di presidenza guidato da Maria Elisabetta Alberti Casellati. Quindi si azzererebbe quasi l’effetto del taglio dei vitalizi, quanto meno per i senatori.

Il provvedimento approvato a suo tempo, mirava a ridurre i compensi mensili degli ex senatori. Il taglio, in certi casi, poteva arrivare anche fino all’80%, nonostante la nuova normativa prevedesse mediamente una detrazione degli stessi vitalizi pari al 45%. Dalle prime indiscrezioni, la decisione dei parlamentari-giudici sembra chiarissima: la delibera taglia assegni, contestata da oltre mille vecchi inquilini sia del Senato che della Camera, sarà con ogni probabilità tolta di mezzo, almeno così sembra prevedersi per il Senato.

Qualcuno, come l’ex parlamentare Paolo Armaroli, si era rivolto alla Cassazione per presentare ricorso, ma il tentativo si è rivelato inutile: la Corte lo ha dichiarato inammissibile perché le controversie riguardanti «l’attribuzione e misura dell’indennità parlamentare e degli assegni per gli ex parlamentari non possono che essere decise dagli organi dell’autodichia». In altre parole, la parola finale può spettare solo e soltanto agli organi del Parlamento.

Il tribunale del Parlamento, formato da tre senatori, aveva iniziato a valutare la nuova normativa, ma i tempi si sono tuttavia allungati a causa delle dimissioni di una senatrice del Movimento 5 Stelle, con la conseguente necessità della sua sostituzione in seno all’organismo.

Le prime carte elaborate dalla Commissione avrebbero evidenziato tre principi a cui attenersi. Il primo è che il provvedimento inerente alla riduzione degli assegni deve essere temporaneo. Il secondo è che la stessa misura deve essere più leggera di quelle fin qui proposte (non più del 20% dell’assegno). Il terzo è che la modifica del metodo di calcolo contributivo non va bene. Il taglio dei vitalizi dovrebbe essere trasformato, semmai, in un nuovo contributo di solidarietà. Anche perché ci sono numerosi ex senatori anziani, gli stessi che hanno visto calare il loro assegno da 2.500 euro a 800, che risulterebbero svantaggiati dalla delibera approvata dall’ufficio di presidenza.

Secondo la Commissione, anche sulla scia di quanto deciso in passato dalla Consulta in merito al taglio delle pensioni d’oro, sarebbe impensabile tagliare i vitalizi in maniera netta e radicale. L’unica possibilità sarebbe quella di ridurli in modo non sproporzionato e in via temporanea.

Per il principio dell’autodichia la decisione di Palazzo Madama non sarebbe valida per gli ex deputati. Ma uno scenario del genere rovinerebbe comunque i piani dei pentastellati, che vantano come un punto di merito di aver fatto sparire i vitalizi dei deputati.

A questo punto l’unico intervento ancora in piedi dei grillini resterebbe quello dell’ingiusta riduzione, molto elevata, delle cosiddette pensioni d’oro, per un periodo addirittura di 5 anni. ma anche su quello pende il ricorso fatto da molti, che chiedono una nuova pronuncia della Consulta. E anche questo vanto dei grillini sarebbe destinato a scomparire.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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