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Decreti sicurezza: Lamorgese, li cambieremo, ma l’Italia non può accogliere tutti

MILANO – «Io penso che i decreti sicurezza vadano cambiati perche’ ci sono state delle osservazioni del presidente della Repubbblica, ma ci sono altri aspetti da valutare con la maggioranza. Ci sono norme che possono servire, quelle potranno rimanere. Ma e’ un discorso complessivo».

«I dati sugli sbarchi che portano ad un aumento sono dovuti alla situazione di instabilita’ politica in Libia. E’gente che parte utilizzando imbarcazioni insicure, con l’obiettivo di trovare una vita migliore, il fatto di rischiare di fare morire i proprie figli in mare ci deve fare pensare che la situazione inLibia e’ complicata e su questo bisogna lavorare.»

«Dopo l’accordo di Malta del settembre scorso, oggi, quando abbiamo una notizia di una nave che cerca un porto sicuro, chiamiamo la commissione per provvedere alla redistribuzione dei migranti. Quando le navi stanno in prossimita’delle acque diamo il porto gia’ avendo un piano di ridistribuzionesu tutti i Paesi europei. Comunque -chiarisce – non abbiamo l’idea di non farli sbarcare». Cosi’ la ministra dell’Interno, LucianaLamorgese, ospite di Che tempo che fa su Raidue.  La ministra ha scelto evidentemente questa strategia per parare il pericolo delle massicce intromissioni della magistratura, che intende dettare lei la politica dell’immigrazione, anche se finora intendeva soprattutto colpire lo sgradito ministro Salvini.

Quanto alle Ong ritornerà in vigore il codice Minniti: «Ritengo buono il codice di condotta delle Ong introdotto da Minniti e vorrei fosse da loro ritenuto valido ed anche ulteriormente migliorabile. Le Ong non si possono muovere in autonomia, senza il coordinamento delle autorita’ competenti».

«Abbiamo un rapporto con le autorità libiche e dobbiamo mantenerlo. Perché è necessario avere anche dei canali regolari di immigrazione soprattutto pensando ai loro campi di detenzione. Il memorandum -ha sottolineato- mira proprio a questo, a fare in modo che le organizzazioni delle Nazioni Unite, l’UNHCR e l’OIM, vengano non solo valorizzate ma anche aiutate nelle loro attività e nella gestione dei centri, perché se la situazione non si stabilizza politicamente saranno in tanti pronti a partire».

E infine conclude: «Ci sono due aspetti importanti, bisogna lavorare con l’Europa in quei territori per porre condizioni di vita migliori, cosi’ da evitare ai migranti di partire. Dall’altra parte occorre che ci sia una maggiore partecipazione anche da parte dei Paesi europei. E’ pur vero che l’Italia non puo’accogliere tutti, ci vuole una politica europea. Ma abbiamo dei segnali in questa direzione».


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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