Coronavirus: in Francia i malati son tutti guariti, in Italia impazza il contagio

PARIGI – Il Ministro della Salute francese annuncia che non c’è più nessun paziente ricoverato in ospedale questo lunedì sera in Francia. Non ci sono più pazienti ricoverati in Francia, secondo il Ministro della Salute, Olivier Véran, che specifica: «l’ultimo è guarito e non è più contagioso».
Eppure in Francia c’era stato uno dei primi tre morti in Europa ed era scattato tempestivamente l’allarme, tanto che le autorità dello Stato avevano disposto controlli rigorosi, isolamento e internamento dei soggetti sospetti di virus, evitando subito le possibilità di contagio. Così come del resto è accaduto in Germania, dove pure lo Stato federale ha funzionato.
Due sistemi dissimili, ma parimenti efficienti, Stato centralizzato in Francia, Stato federale in Germania, hanno agito tempestivamente e con organizzazione estrema e hanno fronteggiato impeccabilmente la possibile emergenza. In Italia, il tanto decantato Stato delle Autonomie, la democrazia diffusa con poteri suddivisi fra vari livelli di Governo ha fatto fiasco, ha fatto cilecca, e Conte addirittura ha il coraggio di accusare le Regioni di centrodestra di non aver saputo impedire il contagio. Dopo che il Governo non aveva fatto quasi nulla, salvo il blocco dei voli dalla Cina, per impedire il propagarsi del virus e dopo che governatori come quello della Toscana non avevano imposto controlli severi ai cinesi di ritorno dal loro Capodanno per non essere tacciato di razzismo. Accusando anzi di fascioleghismo che sosteneva il contrario. Ma con l’ideologia no si combattono malattie, ci vuole la scienza e l’organizzazione.
In Francia dunque, risolto il problema interno, ci si preoccupa che il problema non torni dall’esterno, e l’Italia è la grande accusata d’Europa, il terzo paese più contagiato al mondo dopo Cina e Corea del Sud. Un bel record per Giuseppi, Giggino, Zingaretti, Fratoianni e compagni vari. per questi Oltralpe si varano misure precauzionali per le persone di ritorno dalla Lombardia e dal Veneto e si chiede alle persone che tornano dalle due regioni italiane colpite dal nuovo coronavirus di evitare qualsiasi uscita non essenziale. I bambini che tornano da queste regioni non dovrebbero essere mandati all’asilo, a scuola, all’università o al liceo, secondo queste raccomandazioni del governo, che erano già in vigore per la Cina e sono state estese domenica alle due province Italiana e Corea del Sud.
Ma le precauzioi si estendono anche allo sport. Mercoledì, tra 2.500 e 3.000 tifosi italiani provenienti da Torino sono attesi a Lione per la partita di Champions League con la Juventus. Al momento non sono previste restrizioni, ma il club di Lione sta discutendo con il Ministero degli affari esteri francese, pronti ad eventuali determinazioni d’intesa con l’UEFA. Consapevoli che in Italia è già stato deaciso di continuare il campionato a porte chiuse per alcune sfide.
