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Usa elezioni, supertuesday: primarie dem, Biden vince in 8 Stati, Sanders in 1

EPA/JIM LO SCALZO

NEW YORK – Joe Biden vola nella notte del Supertuesday e, nei primi stati in cui si sono chiusi i seggi, va oltre ogni rosea aspettativa, con il trionfo a sorpresa in Virginia e la conquista di North Carolina, Oklahoma, Tennessee, Alabama, Minnesota, Arkansas e Massachusetts. In tutto otto stati che al momento lo potrebbero far balzare in testa nella conta dei delegati con Bernie Sanders, che al momento prevale nel suo Vermont, in Colorado, in Utah e soprattutto in California.

Per Sanders la serata partita in salita, con le vittorie iniziali che non bastano per celare una certa delusione. Il senatore si dice comuqne ottimisita sulla conquista della nomination democratica a dispetto dell’avanzata di Biden. La vittoria in California, lo stato più ‘pesante’ insieme al Texas nel Supertuesday, gli restituisce una certa fiducia anche se molto dipenderà dai margini con cui ha superato Biden. Proprio da Biden, Sanders deve guardarsi le spalle in Texas dove, secondo i primi risultati, l’ex vice presidente lo tallona in un sostanziale testa a testa. L’ex vicepresidente inoltre è avanti anche in Maine, che resta comunque “too close to call”.

Per Biden insomma, dopo la conquista della South Carolina di sabato scorso e l’endorsement di Pete Buttigieg ed Amy Klobuchar, una nottata già da ricordare, che lo ripaga di tante amarezze e dello scetticismo che finora aveva circondato la sua corsa. Biden è ancora in corsa per la nomination, e se Sanders sperava nella fuga ora sa che la corsa sarà lunga e dura. Grande infine la delusione in casa di Michael Bloomberg, che al momento vince solo nelle Samoa Americane e non sfonda negli stati su cui aveva puntato come la Virginia e l’Arkansas, sovrastato da Biden. Ancora un flop poi per la senatrice Elizabeth Warren, che non si impone nel suo stato di nascita, l’Oklahoma, e rischia di perdere anche nel suo Massachusetts.

PROSSIME TAPPE

STATI CHIAVE. I successivi appuntamenti di maggior rilievo sono l’Ohio e la Florida, in cui si andrà alle urne il 17 marzo. Occhio poi al 28 aprile con il voto in Pennsylvania e nello Stato di New York. Le ultime tappe delle primarie il 19 maggio in Oregon e il 6 giugno nelle Isole Vergini americane.

IN ESTATE LE CONVENTION. La convention democratica, chiamata a scegliere chi sarà a sfidare Donald Trump, si svolgerà da 13 al 16 luglio a Milwaukee, in Wisconsin, Stato che nel 2016 fu determinante per la vittoria del tycoon. La kermesse repubblicana si terrà invece a Charlotte, in North Carolina, dal 24 al 27 agosto.

I DUELLI TV DA SETTEMBRE. La prima sfida tra Donald Trump e il candidato democratico alla presidenza è fissata per il 29 settembre in Indiana. L’appuntamento per il secondo confronto è in Michigan il 15 ottobre, mentre lo scontro finale è per il 22 ottobre in Tennessee. In programma anche il confronto tv tra i due candidati vicepresidenti il 7 ottobre.

L’ELECTION DAY IL 3 NOVEMBRE. E’ il giorno del voto in cui gli elettori americani dovranno decidere se rieleggere Donald Trump per altri quattro anni o riconsegnare la Casa Bianca ad un democratico. Ma il 3 novembre si vota anche per rinnovare una parte consistente del Congresso: l’intera Camera dei Rappresentanti e un terzo del Senato.

L’INAUGURATION DAY DI GENNAIO. Il vincitore inizierà il suo mandato presidenziale nel gennaio 2021, in data da fissare, con la cerimonia del giuramento seguito dalla tradizionale parata lungo Pennsylvania Avenue, la principale arteria di collegamento tra Capitol Hill, sede del Congresso, e la Casa Bianca.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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