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Eurogruppo: l’Italia deve contrastare l’offensiva scatenata dalla Germania e dai suoi alleati del Nord. Il parere di un esperto

EPA/CLEMENS BILAN / POOL

Un’interpretazione autorevole e fuori dal coro sulla posizione dominante della Germania in seno all’Unione Europea, e alle politiche portate avanti dal Governo tedesco, e dai suoi alleati, in seno alla Ue, è spiegata con dovizia di particolari in un articolo apparso sulla rivista online Giornale Diplomatico del 28 marzo 2020, a firma del prof. Carlo Andrea Bollino, professore ordinario del Dipartimento di Economia dell’Università di Perugia e professione di economia dell’Energia all’Università LUISS.

Il professore ci spiega che di fronte all’emergenza assolutamente eccezionale che ha colpito e sta colpendo tutti i Paesi del mondo nello stesso modo e cioè: stress del sistema sanitario, restrizioni da parte dei Governi per limitare la mobilità personale, riduzione delle attività produttive, «possiamo tranquillamente affermare dal punto di vista – asettico ovviamente della teoria economica – che siamo di fronte a uno shock simmetrico, a un colpo esogeno, non previsto, inaspettato che colpisce tutti i paesi nello stesso modo. Questo differisce dallo shock asimmetrico che si verifica quando i paesi sono colpiti in maniera diversa.
Ora, i libri di testo di macroeconomia dicono che il modo più efficace per contrastare uno shock simmetrico è quello di agire in maniera unitaria e coordinata.  Nel caso di shock simmetrici la politica monetaria comune basterebbe a stabilizzare tutte le varie economie, ma senza un intervento immediato, lo shock simmetrico rischia di trasformarsi in uno shock asimmetrico: l’arresto della attività economica rischia di produrre per una considerevole parte produttiva di ogni Paese – altro punto da libro di testo – lo scattare della così cosiddetta condizione di chiusura.

In questa situazione la proposta attendista, al ribasso e di compromesso della Germania e dei suoi alleati, i Paesi del Nord Europa, di attivare soltanto le risorse di tipo MES o condizionali o comunque di finanziare parzialmente gli eventuali debiti pubblici che sfonderanno il patto di stabilità, avrà l’effetto di trasformare lo shock simmetrico in uno shock asimmetrico e strutturale a svantaggio dell’Italia. Alla ripresa del post-emergenza, il debito pubblico di un Paese come l’Italia andrà, se aumenta di 10 punti, dal 134 al 144% e allo stesso modo il debito pubblico dei Paesi come la Germania andrà dal 62 al 72%. Quindi lo spread aumenterà e così le condizioni di svantaggio per la nostra economia saranno aumentate perché i soliti noti e cioè le agenzie di rating, i soliti mercati considereranno il rischio del debito italiano superiore a prima, quindi con un aggravio delle condizioni di interesse cioè lo spread per il finanziamento del nostro sistema produttivo.
Il moralismo del Nord Europa riguardo al nostro debito è un problema del passato, che in questa fase dovrebbe essere congelato.Ecco perché occorrono misure eccezionali e generose con uno spirito di collaborazione e di cooperazione internazionale.
Eppure, in passato i tedeschi, nel gennaio 1962, guidati da Konrad Adenauer, aderirono al GAB (deciso dal Gruppo dei Dieci e istituito con decisione del Consiglio Direttivo del FMI), un istituto finanziario eccezionale per aiutare Paesi che da poco erano entrati nel sistema di Bretton Woods, ma che avevano problemi di restrizione dei flussi di capitale e, quindi, di insufficiente finanziamento dell’investimento produttivo o delle esportazioni. Eppure, in passato, a proposito di solidarietà internazionale, nel giugno del 1963, i tedeschi hanno ascoltato, Kennedy dire: ‘Io sono un berlinese”.
L’ultima offerta ai tedeschi per salvare l’Unione Europea deve essere forte e chiara. Niente eurobond, niente coronabond e niente MES. Occorre, invece, istituire uno strumento finanziario eccezionale, all’americana, qui e subito.
I piani nazionali di sostegno varati dai singoli Governi per far fronte all’emergenza (sostegno di liquidità ai redditi individuali, sostegno alle piccole imprese, alle grandi imprese, compagnie aeree e di trasporto, ospedali e istruzione, alle imprese del terzo settore, ecc) vengono finanziati da emissioni speciali nazionali di titoli riservati alla ECB. I titoli hanno 99 anni di scadenza e lo 0,01 per cento di interesse. Sono garantiti dalla firma politica del Consiglio Europeo che – ex art. 15 del Trattato – dà all’Unione gli impulsi necessari al suo sviluppo e ne definisce gli orientamenti e le priorità politiche generali».
Questa è la strada da seguire da parte del Governo italiano, e sarebbe una strada sicuramente seguita se a capo del Governo ci fosse una personalità autorevole come Mario Draghi, non certo la coppia Conte – Gualtieri, vasi di coccio contro vasi di bronzo, proni al volere della Ue e della finanza internazionale, sulla scia dei loro predecessori fin dal 2011, da Monti in poi.


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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