Coronavirus, Inail: mascherine su bus e luoghi di lavoro. Studi tv: Ast chiede deroga alla Regione
ROMA – L’Inail ha pubblicato il documento tecnico sulla Fase due con le misure di contenimento e prevenzione nei luoghi di lavoro. La pubblicazione, approvata dal Comitato Tecnico Scientifico istituito presso la Protezione Civile sottolinea che vanno mappate tutte le attività, prevedendo di norma, per tutti i lavoratori che condividono spazi comuni, l’utilizzo di una mascherina chirurgica. La mascherina è raccomandata in ogni caso anche all’interno dei mezzi pubblici oltre al distanziamento sociale. Sulle mascherine appello anche di Federfarma che chiede un accordo sul prezzo di vendita dei dispositivi oppure lo stop alla vendita. I farmacisti chiedono di poter vendere i dispositivi di protezione a prezzi imposti e senza inutili adempimenti burocratici” .In assenza di provvedimenti la Federazione di categoria annuncia che sarà costretta , a suggerire alle farmacie di astenersi dalla vendita di mascherine. Sono introvabili e dai prezzi altissimi, spiegano, con la conseguenza di multe e sequestri per problemi di cui i farmacisti non sono responsabili ma le prime vittime.
TV IN TOSCANA – Problemi? Sì, anche i più impensabili. Su segnalazione di alcuni giornalisti impegnati nelle emittenti televisive, il presidente dell’Associazione Stampa Toscana, Sandro Bennucci, ha scritto al presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, per chiedere chiarimenti o una modifica all’ordinanza del 18 aprile 2020 sulle misure di contenimento del coronavirus negli ambienti di lavoro. Se applicata alla lettera, spiega Bennucci, l’ordinanza obbligherebbe giornalisti e ospiti in studio a indossare la mascherina davanti alle telecamere. Tale obbligo non risulta però nelle trasmissioni nazionali, dove, per esempio, Fabio Fazio intervista il professor Burioni, senza che conduttore e ospite abbiano la mascherina, osserva Bennucci. Da qui l’invito a trovare un rimedio a beneficio di chi lavora in tv, in Toscana, e dei telespettatori toscani che sarebbero costretti ad assistere a talk-show senza poter guardare in faccia chi parla. La risposta della Regione? Quasi immediata. Un gruppo tecnico, coordinato dall’assessore della Toscana Vittorio Bugli, per definire le regole di sicurezza che, una volta adottate, consentiranno di effettuare interviste e interventi negli studi radio-televisivi. E’ quanto ha deciso di costituire il presidente Enrico Rossi, raccogliendo la proposta avanzata dal presidente dell’Associazione Stampa Toscana Sandro Bennucci. Avremo la soluzione? L’augurio è di averla soprattutto in tempi rapidi.
INAIL – Ma torniano all’Inail: «L’attuale emergenza sanitaria correlata alla pandemia da SARS-CoV-2 – si legge nella prefazione firmata dal direttore generale, Giuseppe Lucibello e dal presidente, Franco Bettoni – oltre ad aver determinato una perdita insanabile di vite umane, rappresenta una situazione di emergenza globale, sociale e del lavoro. La pubblicazione, approvata dal Comitato Tecnico Scientifico (CTS) istituito presso la Protezione Civile, al quale Inail partecipa con un suo rappresentante, è composta da due parti: la prima riguarda la predisposizione di una metodologia innovativa di valutazione integrata del rischio che tiene in considerazione il rischio di venire a contatto con fonti di contagio in occasione di lavoro, di prossimità connessa ai processi lavorativi, nonché l’impatto connesso al rischio di aggregazione sociale anche verso terzi. La seconda parte si è focalizzata sull’adozione di misure organizzative, di prevenzione e protezione, nonché di lotta all’insorgenza di focolai epidemici, anche in considerazione di quanto già contenuto nel Protocollo stipulato tra Governo e Parti sociali il 14 marzo. L’adozione di misure graduali ed adeguate attraverso un nuovo modello organizzativo di prevenzione partecipato, consentirà – conclude la prefazione – in presenza di indicatori epidemiologici compatibili, il ritorno progressivo al lavoro, garantendo adeguati livelli di tutela della salute e sicurezza di tutti i lavoratori, nonché della popolazione».