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Coronavirus e scuola: tre scenari in base al trend del virus. Ma nessuna certezza

ROMA – Ho paura che anche sulla scuola, come per il calcio di serie A, il governo abbia troppe idee e, ovviamente com’è nella sua identità, del tutto confuse. Alimentate anche dalle scarse certezze del pletorico comitato scientifico. Le ultime le ha propinate Anna Ascani, viceministra dell’istruzione. Che ha detto: «Sul ritorno a scuola, insieme al comitato scientifico stiamo immaginando tre differenti scenari a seconda dell’andamento dell’epidemia. Tutti questi scenari tengono conto che gli ordini di scuola non sono tutti uguali, in particolare i bambini più piccoli hanno assolutamente bisogno di recuperare una relazione in presenza. Quindi nella scuola primaria e nella secondaria di primo grado, tradotto elementari e medie, noi immaginiamo di poter avere la scuola in presenza. Naturalmente riducendo i gruppi classe, quindi per esempio facendo in modo che una classe sia divisa in due, ma moltiplicando le attività che si fanno, aggiungendo, cioè, ai curricula tradizionali più musica, arte, sport, creatività digitale e laboratori. Utilizzando per questo altri spazi che stiamo individuando insieme agli enti locali».

Chiaro? Poco, vero. Ancora la Ascani: «Per quelli un po’ più grandi – ha aggiunto Ascani – che si gestiscono meglio anche da soli, prevediamo che una parte dell’attività sia comunque fatta in presenza, perché anche loro hanno bisogno di rientrare a scuola, però molto probabilmente in questo caso la didattica a distanza continuerà ad essere una parte del loro curriculum. L’attività in presenza sarà di meno rispetto al passato e sarà integrata con la didattica a distanza, che soprattutto nelle scuole secondarie di secondo grado ha funzionato meglio. Ci stiamo confrontando anche con il ministero dell’Economia per capire in che misura noi potremo contare su un ampliamento di organico. Avremo sicuramente bisogno di professionalità specializzate per le nuove attività. Naturalmente i Comuni hanno anche delle relazioni importanti con enti del Terzo Settore e associazioni che possono farsi carico di un pezzetto di queste attività educative, però per noi conta avere un organico potenziato, perché naturalmente è quello che ci permette di organizzare più attività». Insomma, siamo nell’incertezza più assoluta. L’augurio, davvero, è che il virus attenui ancora di più la sua presa, fino a non rappresentare più il rischio che abbiamo visto nelle settimane passate. Altrimenti rischiamo di dover convivere non solo con la pandemia, ma anche con un governo che non sa, realmente, che cosa fare.


Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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