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Piombino, ex Lucchini: il polo siderurgico inserito dal governo nella strategia nazionale per l’acciaio

FIRENZE –  «Un incontro costruttivo e che consente di fare un altro passo in avanti». Il presidente della Toscana Enrico Rossi è fiducioso dopo la videoconferenza che si è svolta stamani sul futuro del sito siderurgico di Piombino a cui ha partecipato. Con il ministro Patuanelli c’erano i sottosegretari Morani e Todde e davanti a loro Mr Jindal, Sajjan Jindal, ed il presidente di Jsw Italy Virendar Bubbar.

I passi avanti con cui si è concluso l’incontro sono in sintesi l’inserimento di Piombino, da parte del Governo, all’interno di una strategia nazionale per l’acciaio (da Taranto a Terni al nord-Italia) che convince anche Rossi, la disponibilità ad un ruolo attivo e temporaneo dello Stato nella società JSW Steel Italy Piombino, l’impegno del ministero ad agevolarne la ripresa produttiva, all’interno di un nuovo modello di ecosiderurgia, lavorando sul costo dell’energia e su altre questioni aperte a fronte, da parte dell’imprenditore Jindal, della presentazione di un “piano industriale ponte”, così definito da Rossi, entro due settimane.

C’è un problema più ampio legato al mercato dell’acciaio – offerta in espansione e domanda in regressione – che il blocco legato all’emergenza sanitaria ha acuito. Alla difficoltà di rilancio si è aggiunta adesso una crisi di liquidità, che va scongiurata. Ma c’è pure – e l’economia globale al tempo dell’emergenza Covid l’ha messo ben in risalto e Rossi lo sottolinea – un tema legato alla “necessità di mettere al riparo infrastrutture strategiche come il trasporto pubblico locale su ferro e la stessa alta velocità ferroviaria, che senza le rotaie da 108 metri prodotte a Piombino dovrebbero per forza approvvigionarsi dall’estero”.

Piombino è il secondo polo siderurgico in Italia, dopo l’Ilva, e la sue acciaierie sono l’unica realtà italiana specializzata nella produzione di acciai lunghi, quelli usati ad esempio per le rotaie ferroviarie. Vi lavorano ancora 1.800 dipendenti diretti che, con le maestranze di altre aziende come Liberty Steel Magona e Tenaris Dalmine e l’indotto di piccole e medie imprese e servizi industriali, fa lievitare il numero dei lavoratori almeno a quota 5000, su una popolazione di 34 mila residenti.

La Regione Toscana negli ultimi cinque anni ha investito qualcosa come 150 milioni di euro nell’area industriale complessa di Piombino, dapprima per l’ammodernamento del porto e poi con altri investimenti infrastrutturali ed ambientali in divenire.

Il gruppo indiano Jindal ha già investito su Piombino 330 milioni di euro, tra acquisizione, capitale circolante, investimenti iniziali e copertura dei 43 milioni di perdite registrate tra il 2018 e il 2020, mantenendo l’occupazione anche grazie agli ammortizzatori sociali.

Ma non mancano le critiche alla regione: «La decisione del governo di creare un polo della siderurgia italiana ecosostenibile che comprenda anche Piombino rappresenta una svolta epocale che fa ben sperare per il futuro industriale della citta’ toscana. In questo quadro la Regione non puo’ piu’ stare solo a guardare: se vogliamo che la nuova acciaieria si sviluppi davvero in maniera sostenibile, bisognera’ridurre al minimo la burocrazia legata agli interventi di riduzione dell’impatto ambientale e paesaggistico dell’impianto. Al tempo stesso, una quota significativa dei fondi europei in arrivo in Toscana nel prossimo settennato dovra’ essere destinata allo sviluppo di un’economia alternativa nell’area di Piombino.Turismo e agricoltura su tutti. Perche’ una cosa e’ certa: una citta’ di 34mila abitanti non puo’ vivere interamente su un’unica attivita’ produttiva”. Cosi’ Irene Galletti, consigliera regionaleM5S e candidata alla presidenza della Regione Toscana.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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