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Sondaggi: sempre in testa la Lega (24%), seguono il Pd (20,5%), M5S (18%), FdI (16,2%)

ROMA – Un nuovo sondaggio politico sul gradimento dei leader da parte degli italiani, condotto da Ipsos, porta in dote delle conferme rispetto alla scorsa settimana. Cresce il gradimento del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nonostante l’emergere delle problematiche (non ultima quella della scuola). Il premier è sempre in prima posizione, con 62 punti (sette giorni fa erano 60).

Il podio è completato da Giorgia Meloni a 36 punti, seguita a 35 dal ministro della Salute Roberto Speranza, entrambi con trend stabile. Ai piedi dei primi tre gradini c’è Matteo Salvini (33 punti, trend stabile), seguito con 4 punti di distacco da Dario Franceschini (29, +1 rispetto alla settimana scorsa).

Il ministro della Cultura stacca quindi Luigi Di Maio, sesto con 26 punti (e un trend di -1), incalzato da Teresa Bellanova (25 punti, trend +2), Nicola Zingaretti (24 punti, trend stabile) e Silvio Berlusconi (24 punti, trend stabile).

Chiudono la classifica il ministro della Difesa, Alfonso Bonafede (19 punti, -1 rispetto al precedente sondaggio), Vito Crimi (19 punti, -1) e Matteo Renzi (12 punti).

Sondaggi politici, le intenzioni di voto
Tra le forze politiche la classifica delle intenzioni di voto è guidata dalla Lega (24%, trend stabile), seguita dal Pd al 20,5% (-0,3%) e dal M5S al 18% (+0,3%). Al quarto posto Fdi con il 16,2% (-0,5) mentre chiudono la classifica Fi (7,1%) e Iv (2,9%, +0,2%).

Il sondaggio, sottolinea Ipsos, è stato realizzato su un campione casuale nazionale rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne secondo genere, età, livello di scolarità, area geografica di residenza, dimensione del comune di residenza.

Sono state realizzate 1.200 interviste (su 6.913 contatti), condotte mediante mixed mode CATI/CAMI/CAWI tra il 23 e il 25 giugno 2020.

Per dare stabilità alle stime pubblicate, i risultati presentati sono il prodotto di un’elaborazione basata, oltre che sulle 1200 interviste prima citate, su un archivio di circa 4.800 interviste svolte tra il 28 maggio e il 18 giugno 2020. Il documento informativo completo riguardante il sondaggio sarà inviato ai sensi di legge, per la sua pubblicazione, al sito www.sondaggipoliticoelettorali.it.

Le rilievazioni e i commenti di Pagnoncelli

Sul Corriere della sera di oggi Nando Pagnoncelli riporta e commenta il risultato delle sue rilevazioni. Il termometro politico di fine giugno mostra qualche oscillazione rispetto al mese scorso infatti gli orientamenti di voto, pur confermando la graduatoria tra le principali forze politiche degli ultimi sette mesi, hanno fatto registrare una variazione di consenso tra le due forze principali della maggioranza. In dettaglio, la Lega si mantiene in testa con il 24% (-0,3%), seguita dal Pd con il 20,4% (-0,8%), dal M5S con il 18,0% (+1,3%), da FdI con il 16,3% (+ 0,1%) e da FI con il 7,2% (-0,2%). Tra le forze minori si registra un aumento di Azione di Calenda che passa dal 2,2% al 2,8% e di Sinistra italiana-Articolo1 che passa da 1,8% al 2,3%.

Nel complesso i tre partiti del centrodestra si attestano al 47,5% mentre le forze della maggioranza sono accreditate del 43,6%. In un mese si riduce quindi il vantaggio delle forze dell’opposizione su quelle della maggioranza da 5,2% a 3,9%. Va sottolineato che l’area grigia dell’astensione e dell’indecisione si mantiene molto ampia e raggiunge il 43,7%, un dato elevatissimo corrispondente a circa 22 milioni di elettori, molto prossimo a quello delle Europee (che tradizionalmente mobilitano meno elettori), laddove alle ultime Politiche l’astensionismo, sommato alle schede bianche e nulle, riguardò 13,7 milioni di elettori.

Alla luce della fotografia odierna, sulla base della platea di quanti si recherebbero alle urne se si votasse oggi (poco più di 28 milioni di elettori), al netto dell’errore campionario la Lega otterrebbe 6,8 milioni di voti (2,3 milioni in meno rispetto alle Europee), il Pd 5,7 milioni (in flessione di circa 300 mila voti), il Movimento 5 Stelle 5,1 milioni (in aumento di poco più di 500 mila voti), Fratelli d’Italia 4,6 milioni (in aumento di 2,9 milioni) e Forza Italia 2 milioni (in flessione di poco più di 300 mila voti). Quindi forte aumento del partito di Giorgia Meloni, significativo calo della Lega, ripresa del M5S e flessione contenuta e sostanzialmente simile per Pd e FI. Le incognite sono dunque molte: oltre alla suddetta area grigia, la volatilità delle opinioni e la mobilità elettorale. A queste si aggiungono la legge elettorale che verrà adottata e la possibile riduzione degli eletti, nell’ipotesi che venga adottato il taglio dei parlamentari a seguito del referendum costituzionale che è stato indetto per il 20 e il 21 settembre insieme alle elezioni amministrative e regionali.

 

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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