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Reddito di Emergenza, l’Inps respinge una domanda su due

ANSA / ETTORE FERRARI

Dai primi dati forniti dall’Inps sembrerebbe che il Rem, il reddito d’emergenza, non sia destinato a causare quegli sconquassi nella finanza pubblica che molti avevano pronosticato, anche perché, a differenza di quanto avvenuto per il reddito di cittadinanza, che era stato concesso anche a ex terroristi, delinquenti e mafiosi, l’esame delle domande per la concessione del rem sembra molto più rigoroso, tanto che quasi metà sono state respinte. ma ecco i numeri, che ci possono dare l’ampiezza del fenomeno.

Al 30 di giugno 2020, sono stati 455mila i nuclei familiari che hanno richiesto il Reddito di emergenza e a 209mila di essi (dunque, il 46%) è già stato erogato il beneficio mentre il 49% (223 mila) non ne aveva diritto e la domanda è stata respinta. Il restante 5% (23 mila) è in attesa di risposta. L’importo medio mensile è pari a 572,48 euro. Nel 19% dei casi, il richiedente ha nazionalità ExtraUe, in gran parte migranti. E’ questa la fotografia scattata dall’Inps sulla portata del nuovo sostegno al reddito introdotto dal dl n. 34/2020, c.d. decreto Rilancio, a 15 giorni dalla scadenza per richiedere il beneficio (c’è tempo, infatti, fino al 31 luglio per fare domanda).

Le regioni con maggior numero di nuclei percettori sono Campania (18,4%), Sicilia (16,1%) e Lazio (11%). La Campania detiene anche il primato dell’importo più alto erogato: 614 euro. Nel complesso la maggiore concentrazione di richieste è al Sud e Isole (48%), poi in quelle del Nord (33%) e, infine, in quelle del Centro (19%). Le domande sono state presentate in prevalenza tramite Patronati (62%) e solo nell’1% dei casi dai Caf (nel 37% dei casi dagli stessi cittadini richiedenti). Peraltro, la distribuzione geografica delle domande pervenute rispecchia in gran parte quanto già osservato per le richieste del Reddito di cittadinanza: una concentrazione maggiore nelle regioni del Sud e nelle isole, pari al 48% del totale; segue il Nord con il 33% e, infine, il centro Italia con il 19%.

Il Rem spetta per due mensilità dal mese di presentazione della domanda. L’importo mensile è fissato in 400 euro da adeguare con la scala di equivalenza e non può comunque superare gli 800 euro mensili, elevati a 840 euro solo in presenza di disabili gravi o non autosufficienti. La misura si rivolge a tutti i nuclei familiari (anche stranieri) che risiedono in Italia in possesso: 1) di un valore del reddito familiare, nel mese di aprile 2020, inferiore alla cifra del beneficio conseguibile (quindi non superiore a 840 euro a seconda della composizione del nucleo familiare); 2) un valore del patrimonio mobiliare familiare con riferimento all’anno 2019 inferiore a 10.000 euro, accresciuto di euro 5.000 per ogni componente successivo al primo e fino ad un massimo di euro 20.000. Il predetto massimale e’ incrementato di 5.000 euro in caso di presenza nel nucleo familiare di un componente in condizione di disabilita’ grave o di non autosufficienza ; 3) un valore dell’ISEE inferiore ad euro 15.000. Con riferimento a tale ultimo requisito il valore ISEE viene attestato nell’ultima DSU, valida alla data di presentazione della domanda di accesso al beneficio (in caso di nuclei con presenza di minorenni, rileva l’ISEE minorenni, in luogo di quello ordinario).

A fine mese potremo valutare meglio la portata e il costo reale della misura, volta ad attenuare le conseguenze economiche negative della pandemia per le fasce più deboli, e conosceremo anche se, almeno stavolta, il riconoscimento economico non sia stato attribuito a chi della nullafacenza e dell’attesa dell’intervento e del sussidio da parte dello Stato ha fatto una consuetudine di vita. E non sono solo i cittadini di alcune zone del Paese ad approfittare di quest’opportunità, lanciata dal M5S soprattutto per il suo elettorato, anche chi arriva da Paesi lontani impara subito, ammaestrato dalle associazioni che sull’accoglienza fondano la loro sopravvivenza.

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