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Tim vola in Borsa dopo l’incontro per la rete unica. Ma i sindacati scrivono a Conte

Esterno della sede Telecom di Corso Italia, Roma, ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA – Continua a crescere Tim in Borsa (+5,2% a 0,38 euro) a Milano con la prospettiva della rete unica. A trattative in corso e in attesa del Cda del 31 del mese, il titolo svetta sul listino principale di Piazza Affari (+0,2%). Che cosa c’è in pentola? Semplicemente l’obbiettivo di realizzare una rete unica delle Tlc in Italia. Dopo l’incontro tra gli amministratori delegati di Tim e di Cdp, Luigi Gubitosi e Fabrizio Palermo, si ipotizzano nuovi faccia a faccia nei prossimi giorni, in vista del Cda di lunedì della società telefonica. Ecco perchè il titolo schizza in borsa. Il confronto punta alla definizione di un Memorandum of Understanding (Mou), in pratica una lettera di intenti, già prima del consiglio di amministrazione che dovrebbe scorporare nella nuova società Fibercop la rete secondaria prevedendo l’ingresso del fondo usa Kkr. L’ipotesi di lavoro è quella di una società per la rete unica nella quale Tim potrebbe mantenere il 50,1%, quindi una maggioranza, ma che avrà una governance terza. L’obiettivo è quello di ottenere il via libera delle autorità di regolazione europee sul riconoscimento che si tratta di una società non verticalmente integrata, in grado quindi di superare i rilievi antitrust e di accedere ai fondi pubblico, come quelli del recovery fund.

Ma i sindacati delle Tlc, Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil chiedono al premier Giuseppe Conte un tavolo di confronto sulla vicenda della rete unica. «Le scelte che state compiendo in queste ore avranno dei risvolti sul progresso del Paese ma anche sulla tenuta occupazionale di un comparto strategico che, soprattutto in una fase economica quale quella che stiamo attraversando, potrebbe invece candidarsi ad essere volano di sviluppo ed occupazione. Siamo quindi certi che Ella vorrà favorire in tempi rapidissimi un tavolo di confronto con le scriventi organizzazioni sindacali».

Altre soluzioni, come scissioni, sottolineano i sindacati, non permettono di competere con i colossi di Cina e Usa e impensieriscono molto sul piano della tenuta occupazionale.


Sandro Bennucci

Direttore del Firenze PostScrivi al Direttore

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