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Fassina: no al Mes, è un pessimo affare per l’Italia

Stefano Fassina

ROMA – Il voto di domenica e lunedì scorsi può trasformare l’accordo emergenziale e improvvisato tra Pd e M5S in una incisiva prospettiva di fase per la ricostruzione morale, economica e sociale dell’Italia. Le responsabilità ricadono su entrambi i protagonisti del Governo Conte II: il M5S e il Pd. Il M5S deve riconoscere che il suo ‘momento populista’ è superato: non funziona più la narrazione ‘basso contro alto’, ‘popolo contro casta’, ‘cittadini contro establishment.

Lo scrive Stefano Fassina di LeU inun’intervento su Huffingtonpost. «Lo spazio politico, dopo le sollecitazioni del decennio alle nostre spalle, -prosegue Fassina -ha ripreso la forma naturale destra – sinistra. Il M5S dovrebbe fare una chiara scelta per il campo alternativo alla destra nazionalista: alleanza con il Pd, ma in salda rappresentanza delle sue constituency. Quindi, no al Mes, non per ragioni ideologiche, ma perché il Mes è un pessimo affare per l’Italia per robuste ragioni di merito più volte documentate. Sarebbe sufficiente per archiviarlo constatare che nessuno dei 17 Stati europei richiedenti il Sure, quindi interessati a risorse finanziarie a costi inferiori a quelli di mercato, ha previsto di accedere al Mes sanitario. Un’impuntatura del gruppo dirigente del Nazareno sul Mes per dimostrare a lor signori che ‘ha coraggio’ e controlla l’agenda del Governo Conte II sarebbe un boomerang, un atto in radicale contraddizione con l’investimento avviato, la saggia lineapraticata finora, inclusa la difficile scelta per il Si al referendum,e il lavoro politico da compiere»


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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