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Pagamenti P.A.: 11 ministeri inadempienti, solo gli esteri in regola, interno maglia nera

Renzi da Vespa, nel 2016, promette rapido pagamento dei debiti della P.A.

ROMA – Tra tutti i 12 ministeri che hanno un budget e una capacità di spesa, nel secondo trimestre di quest’anno solo quello degli Esteri (-17 giorni) ha pagato in anticipo i propri fornitori rispetto alle scadenze previste dalla legge. Gli altri 11, invece, hanno onorato le proprie spettanze in ritardo o non hanno ancora aggiornato i dati. Inadempienza, quest’ultima, altrettanto grave quanto lo sforamento dei tempi di pagamento: perché anche in questo caso ci troviamo di fronte a una violazione della legge per la mancata pubblicazione dei dati, non consentendo a soggetti terzi di verificare l’efficienza o meno di queste Pubbliche Amministrazioni (Pa). La denuncia è dell’Ufficio studi della Cgia. «Il quadro generale, pertanto, si sta aggravando: se nel primo trimestre di quest’anno solo tre ministeri erano riusciti a rispettare i tempi di pagamento, nel trimestre successivo, come dicevamo, solo uno ha liquidato i fornitori in anticipo».
«Il dicastero dei Beni Culturali, ad esempio, tra aprile e giugno di quest’anno ha saldato i propri fornitori con un ritardo medio di 30 giorni, le Infrastrutture dopo 49 giorni, l’Ambiente dopo 53, le Politiche Agricole dopo 61 e l’Interno, a cui spetta la maglia nera, dopo 62. Altri, invece, non hanno ancora aggiornato i dati sul proprio sito internet. Ci riferiamo al ministero dell’Istruzione/Università, della Salute e della Giustizia: gli ultimi due, addirittura, non hanno nemmeno pubblicato il dato riferito al primo trimestre, sempre di quest’anno -continua la Cgia-. Si ricorda che i ministeri sono obbligati per legge, come del resto tutti gli altri enti pubblici, a inserire trimestralmente nel loro sito anche l’Indicatore di Tempestività dei Pagamenti’ (ITP). Questo indice stabilisce il ritardo medio (o l’anticipo medio quando preceduto dal segno meno) dei pagamenti rispetto alle scadenze di legge.

Sebbene negli ultimi anni lo stock sia in calo, secondo i dati presentati il 31 maggio 2019 dalla Banca d’Italia nella
Relazione annuale 2018, l’ammontare complessivo dei debiti commerciali della nostra Pa ammonterebbe a circa 53 miliardi di euro, metà dei quali ascrivibili ai ritardi di pagamento. L’utilizzo del condizionale è d’obbligo, visto che il regolare monitoraggio realizzato dai ricercatori di via Nazionale si basa su indagini campionarie condotte sulle imprese e dalle segnalazioni di vigilanza da cui emergono dei risultati che, secondo gli stessi estensori delle stime, sono caratterizzati da un elevato grado di incertezza. Si segnala che a causa del Covid nel 2020 la periodica indagine
campionaria richiamata più sopra non è stata realizzata», conclude laCgia.

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