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Giro d’Italia: ammutinamento dei corridori, tappa accorciata per il maltempo

Rosa
ANSA/LUCA ZENNARO

ASTI – La diciannovesima tappa del Giro d’Italia 2020 verra’ ricordata per le polemiche. In mattinata succede l’impensabile con vari team che si oppongono a partire da Morbegno, per un totale di 258 km fino ad Asti, a causa delle condizioni climatiche. «Faceva troppo freddo, era rischioso per il sistema immunitario», spiega la maglia rosa Kelderman.

L’ammutinamento era l’ultimo grattacapo che mancava al Giro d’Italia della pandemia, che inizia e finisce a ottobre, come mai prima. In un giorno di ‘pausa’, che è anche l’ultima occasione per gli uomini-jet, ecco materializzarsi la protesta di una parte, non si capisce quanto consistente, dei corridori che, di fronte a una temperatura di 11 gradi e alla pioggia – cosa mai sentita – si sono arresi. E dire che di imprese ancora più ardue ne hanno portato a termine nelle rispettive carriere, soprattutto in quelle gare dove forse gli stimoli sono più tangibili: come nelle classiche del Nordeuropa, che generalmente vanno in scena all’inizio della primavera e dove le temperature sono tutt’altro che miti. Altro che 11 gradi. La lunghezza del percorso, inizialmente (ma non è mai stato un mistero) di oltre 250 chilometri, forse la stanchezza patita nella tappa di ieri, con la scalata dello Stelvio e l’arrivo ai Laghi di Cancano (la vita del corridore è assai dura, ma negli ultimi anni i salari – anche se non tutti – sono lievitati fino a essere paragonati a quelli di molti calciatori), hanno convinto un gruppo di corridori a ricorrere al più classico degli ammutinamenti, che ha fatto infuriare il direttore di corsa, Mauro Vegni. Sono andate in scena una farsa partenza, per tenere fede agli impegni economici presi con l’Amministrazione comunale di Morbegno, e una passeggiata che si è conclusa dopo 11 chilometri; i corridori sono quindi saliti sui pullman delle rispettive squadre e si sono fatti portare fino al nuovo ritrovo di partenza, fissato ad Abbiategrasso, non a Vigevano, come previsto in un primo momento.

Ci va giu’pesante invece il direttore dell’edizione numero 103 della Corsa Rosa che comunica nel tardo pomeriggio il serio provvedimento nei confronti di tutti i protagonisti: «Quelli che non volevano correre oggi sono gli stessi che chiedevano lo stipendio qualche mese fa. Oggi i premi non verranno pagati, come minimo. Non e’stata una gara. Credo sia da uomini ammettere i propri errori. Bisogna avere l’umilta’ di dire se si ha sbagliato», le parole di un furioso Mauro Vegni. La frazione modificata con partenza ad Abbiategrasso vede trionfare a sorpresa Josef Cerny, oscurato da quanto successo qualche ora prima.

Il ceco (CCC Team) va a prendersi la sua prima vittoria al Giro precedendo il belga Victor Campenaerts (NTT Pro Cycling) e un ottimo Jacopo Mosca (Trek-Segafredo).

La classifica generale rimane totalmente invariata ai vertici con al comando l’olandese della Sunweb, Wilco Kelderman: «Noi come corridori volevamo accorciare la tappa e siamo felici che ci siano venuti incontro -ribadisce – Penso sia stata una decisione positiva, capisco che ildirettore Mauro Vegni sia arrabbiato e comprendo la sua frustrazione».

Mette in luce una grave falla comunicativa invece Vincenzo Nibali,che dichiara di aver ricevuto la comunicazione tramite un canaleTelegram: «Non e’ il modo di dire certe cose. Questa mattina siamopartiti sapendo di prendere la pioggia. Difficile dire se questae’ una decisione giusta o meno». Lo Squalo provera’ un acuto nelweekend per regalarsi qualche attimo di gloria, nonostante lavittoria finale ormai sia una cosa a tre. Domani e’ fissata laventesima tappa del Giro d’Italia, da Alba a Sestriere di 190chilometri. Anche in questo caso il percorso e’ stato modificato rispetto al piano originale, ma da tempo comunicato ufficialmente: una temibile tripla scalata sul Sestriere e ultime chance per gli uomini di classifica per fare la differenza.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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