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La Base Maestrale di Nassiriya dopo l'attentato del 12 novembre 2003

Strage di Nassiriya: il ricordo dei 28 morti, 19 italiani, per l’attentato

I funerali delle 19 vittime di Nassiriya
I funerali delle 19 vittime di Nassiriya

ROMA – Saranno ricordate a Palermo e a Roma le vittime della strage di Nassiriya, di cui ricorre oggi il 17esimo anniversario. A causa della pandemia, non potranno svolgersi le tradizionali celebrazioni commemorative e le uniche autorizzate, nel rispetto delle norme vigenti, sono in programma alle 10.30 a Roma, dove il ministro della Difesa, accompagnato esclusivamente dai vertici delle forze armate, deporrà una corona d’alloro all’Altare della Patria, e alle 10 a Monreale al cimitero monumentale, dove il comandante della Legione carabinieri Sicilia, generale di brigata Rosario Castello, e il sindaco della città normanna, Alberto Arcidiacono, deporranno una corona d’alloro sulla tomba del vice brigadiere Domenico Intravaia. Infine, a Palermo, alle 11.30, una celebrazione eucaristica sarà officiata nella chiesa di San Domenico, Pantheon degli illustri di Sicilia, in occasione dello svelamento della lapide in memoria dei Caduti di Nassiriya.

Il 12 novembre 2003 avvenne il grave attentato di Nassiriya. Alle ore 10:40 ora locale (UTC +03:00), le 08:40 in Italia, un camion cisterna pieno di esplosivo scoppiò davanti all’ingresso della base MSU (Multinational Specialized Unit) italiana dei Carabinieri, provocando successivamente l’esplosione del deposito munizioni della base e pertanto la morte di 28 persone, 19 italiani (12 Carabinieri, 5 militari e 2 civili) e 9 iracheni.

Ricordiamo quegli eventi a 17 anni dalla strage «per non dimenticare», come si intitolava una miniserie televisiva in 2 puntate prodotta dalla Taodue Film e andata in onda lunedì 12 e martedì 13 marzo 2007 su Canale5.

Il carabiniere Andrea Filippa, di guardia all’ingresso della base Maestrale, riuscì a uccidere i due attentatori suicidi, tant’è che il camion non esplose all’interno della caserma ma sul cancello di entrata, evitando così una strage di più ampie proporzioni. I primi soccorsi furono prestati dai Carabinieri stessi, dalla nuova polizia irachena e dai civili del luogo. Nell’esplosione rimase coinvolta anche la troupe del regista Stefano Rolla che si trovava sul luogo per girare uno sceneggiato sulla ricostruzione a Nassiriya da parte dei soldati italiani, nonché i militari dell’esercito italiano di scorta alla troupe che si erano fermati lì per una sosta logistica.

Il Comando dell’Italian Joint Task Force (IJTF) si trovava a 7 chilometri da Nassiriya, in una base denominata “White Horse”, distante circa 4 chilometri dal Comando USA di Tallil. Il Reggimento MSU/IRAQ, composto da personale dei Carabinieri Italiani e dalla Polizia Militare Romena (a cui poi si aggiungeranno, a fine novembre 2003 120 uomini della Guardia Nazionale Portoghese), era diviso su due postazioni: la base “Maestrale” e la “Libeccio”, entrambe poste al centro dell’abitato di Nassiriya. Presso la base “Maestrale” (nota anche con il termine “Animal House”), che durante il regime di Saddam Hussein era sede della Camera di Commercio, era acquartierata l’Unità di Manovra. Presso la “Libeccio” avevano sede sia il Battaglione MSU, sia il Comando del Reggimento MSU/IRAQ. L’attentato avvenne alle ore 10,40 del 12 novembre 2003 alla base “Maestrale”. L’altra sede, “Libeccio”, distante poche centinaia di metri dalla prima, venne danneggiata anch’essa dall’esplosione.

 

Nassiryia, strage, vittime


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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