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Comuni e Caritas assistono i nuovi poveri, dimenticati dal governo

Fila alle mense per poveri

Il Governo ha dato ascolto all’Anci e a Nardella, che avevano chiesto la disponibilità per i comuni di buoni spesa per aiutare le famiglie e le persone in difficoltà. Col decreto Ristori ter tornano i buoni spesa per le famiglie più povere, vengono stanziati 400 milioni che verranno suddivisi tra i Comuni.

La misura, non è nuova, era stata approvata già nello scorso mese di marzo con il decreto Rilancio, ed è stata chiesta nuovamente richiesta dai comuni in occasione dell’ultima assemblea Anci:  «Abbiamo chiesto al presidente Conte di rifinanziare i buoni spesa per i generi di prima necessità perché adesso, con le nuove chiusure – spiega il presidente Antonio Decaro – c’è bisogno di dare una mano alle famiglie più fragili. Proprio come a marzo, stanno riemergendo le tensioni sociali: la priorità è quella di dare a tutti la possibilità di mettere un piatto caldo a tavola. E il governo lo ha capito».

I 400 milioni stanziati in occasione del primo lockdown erano stati distribuiti nel giro di poche settimane e ne avevano beneficiato 4,3 milioni di persone.  Nei prossimi giorni la Protezione Civile emanerà apposita ordinanza, con la quale i fondi verranno distribuiti per l’80% sulla base della popolazione e per il resto tenendo conto del reddito pro capite, per favorire le zone dove vivono famiglie più povere. Ogni Comune poi deciderà come ripartirli, sia per quanto riguarda i criteri, che per ii metodo di distribuzione.

L’Anci spiega che si seguiranno le stesse modalità di marzo. I 400 milioni saranno distribuiti dai Comuni, anche sulla base delle autocertificazioni degli interessati, favorendo le famiglie che erano già assistite dal Comune, ma si aggiungeranno adesso anche quelle persone che sono state definite i nuovi poveri perché non più in grado di svolgere un lavoro, o perché in cassa integrazione con l’assegno che tardava ad arrivare.

Finora, per l’urgenza di intervenire, sono mancati i controlli iniziali, ma le verifiche sono state effettuate in un secondo momento dalla Guardia di Finanza, che ha scoperto alcuni casi di frode, così come accaduto per il redito di cittadinanza grillino. Diverse le forme di sostegno scelte dai comuni, che hanno optato per i buoni pasto cartacei o elettronici, perle buste della spesa consegnate a domicilio. Ma nella maggior parte dei casi si è provveduto attraverso l’intervento di associazioni del Terzo Settore come la Caritas o il Banco Alimentare, per favorire la capillarità della distribuzione.

Ed è essenziale l’intervento, anche autonomo delle Caritas, una delle istituzioni che ha fatto di più per sostenere le persone in difficoltà. Quella fiorentina ha indicato proprio di recente che, analizzando il periodo maggio-settembre del 2019 e confrontandolo con lo stesso periodo del 2020, è emerso che da un anno all’altro l’incidenza dei «nuovi poveri» è passata dal 31% al 45%. E’ aumentato in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, dei nuclei di italiani che risultano in maggioranza (52% rispetto al 47,9 % dello scorso anno) e delle persone in età lavorativa. In termini assoluti, sono aumentati almeno di 50mila le persone che quest’anno hanno chiesto aiuto alla Caritas.

Ecco, questa è la situazione del disagio nel nostro Paese, con un occhio particolare alla nostra città. Il governo si sta accorgendo con grave ritardo che gli interventi a tutela della salute pubblica stanno provocando uno sfacelo sociale al quale si è cercato con grave ritardo e con mezzi e metodi d’intervento insufficienti di porre rimedio. Siamo di fronte a una bomba a orologeria, come ha detto qualche mese fa la ministra Lamorgese, che rischia di esplodere con gravi conseguenze economiche e sociali e con rischi di tenuta della sicurezza e dell’ordine pubblico. Conte e Speranza, con i loro pieni poteri,  riflettano e intervengano prima che sia troppo tardi. E non dicano poi che gli eventuali disordini sono fomentati dalle destre, come le sinistre amano dire in questi casi. Sarà solo conseguenza della loro miopia e insipienza.

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Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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