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Vaccini: anche Moderna taglia il 20%. E l’Italia combatte il Covid senza governo

ANSA/EDUARDO MUNOZ / POOL

ROMA – L’Italia non ha un governo. Ma deve combattere contro il Covid, con scarse scorte di vaccino. Dopo Pfizer e Astrazeneca, anche Moderna annuncia un taglio nelle consegne: «Moderna ci ha appena informato che per la settimana dell’9 febbraio delle previste 166mila dosi ne consegnerà 132mila, il 20% in meno». Lo ha annunciato, e purtroppo non è una novità, il Commissario per l’Emergenza Domenico Arcuri.

Che ha aggiunto: «Il nostro stupore, la nostra preoccupazione e il nostro sconforto aumentano, ormai quasi ogni giorno le previsioni subiscono una rettifica. Ci mancano almeno 300mila dosi di vaccino che avremmo dovuto ricevere e che non abbiamo ricevuto». Il problema? Il governo è dimissionario, ma finora che ha fatto per garantire ai cittadini gli anticorpi necessari per difendersi in piena pandemia? Poco. Soprattutto non si è preoccupato di fare un piano e non ha avutop l’avvertenza di chiedere certezze all’Eutropa in tema di scorte. La Germania e altri Paesi sono stati più accorti. Magari fuori dalle righe, forse anche in maniera non regolare. L’Italia è rimasta oindietro e ora Arcuri viene a fare il racconto di una sconfitta.

Arcuri ha cercato di arrampicarsi sugli specchi, naturalmente cercando di guardare sbocchi positivi in una situazione drammatica. Ma la realtà è questa. «Un italiano ogni 23 si è contagiato da inizio epidemia, per oltre 2,5 milioni di casi – ha ricordato il commissario – Ma grazie alle misure di contenimento la curva viene tenuta entro ambiti di non esplosività. Tuttavia, è molto difficile iniziare una campagna di vaccinazione di massa, se non ci sono i vaccini. Il 20 gennaio abbiamo bandito la gara per i padiglioni temporanei (le Primule, ndr) per le vaccinazioni, il termine per la presentazione delle offerte è prorogato al 3 febbraio, come prorogati sono i termini per la realizzazione – ha spiegato – fino a quando potrà iniziare la campagna di massa, molto difficile se non ci sono i vaccini».

L ‘obiettivo strategico, ha spiegato Arcuri, è quello di dare all’Italia una rete di ricerca e sviluppo migliore di quella precedente, in grado anche di arrivare a produrre un livello accettabile di vaccini e farmaci idonei a contrastare il Covid. Arcuri sottolinea che la scelta autoctona non significa che l’Italia non continuerà a sostenere un’azione comune europea. Quanto al vaccino di ReiThera, Arcuri ha ribadito che si tratta di un farmaco molto promettente e che sarà fatto ogni sforzo affinché possa presentare il prima possibile l’autorizzazione in commercio.

«Il vaccino non è una bibita e neanche una merendina – ha insistito Arcuri – il vaccino è l’unico antidoto per uscire da una notte che dura un anno, non si può scherzare né voltarsi dall’altra parte quando si tratta della salute delle persone. Non si devono fare propaganda, annunci e promesse, si devono consegnare i vaccini che i contratti prevedono debbano essere consegnati».


Sandro Bennucci

Direttore del Firenze PostScrivi al Direttore

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