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Firenze, lezione di Conte: «Con la salute ho tutelato anche l’economia. Il Covid ha cambiato l’Europa»

Conte Rettore Dei
L’ex premier, Giuseppe Conte, e il rettore dell’Università di Firene, Luigi Dei

FIRENZE – Il suo messaggio? Giuseppe Conte ha voluto ribadire di aver tutelato economia e salute insieme. Non danneggiando nè l’una, nè l’altra. Vedremo più avanti se ha ragione o torto. Intanto diciamo che appariva più sciolto da presidente del consiglio, soprattutto quando snocciolava i dpcm che chiudevano l’Italia, Giuseppe Conte. Invece oggi, 26 febbraio, avviando la lectio magistralis all’Università di Firenze, ossia tornando a quello che è stato il suo lavoro di sempre, ha manifestato nuova emozione. Senza curarsi troppo della contestazione, anche rumorosa fuori dal rettorato, del Collettivo degli studenti di Scienze politiche. Farà il leader del Movimento 5 Stelle? Non l’ha detto. Ma il rettore, Luigi Dei, ha precisato che se Conte vorrà fare il leader politico dovrà prendere una nuova aspettativa. Intanto il di nuovo professore è partito da lì, dal covid e dai virologi. Ha detto «La grande attenzione mediatica nei confronti degli scienziati ha portato a evidenziare la grande varietà di opinioni che si genera in una comunità scientifica. Buona parte dell’opinione pubblica si è sentita smarrita sino al punto di conseguire una visione distorta dell’impresa scientifica. La disillusione rischia di generare vere e proprie pulsioni anti-scientifiche, una forte diffidenza nei confronti degli ‘esperti. E questo, in parte, è accaduto anche in Italia. In realtà, il dubbio nella ricerca scientifica, come ci insegnano gli epistemologi, è un segnale di maturità, non già di debolezza. Hegel assumeva lo scetticismo come l’energia della mente. Il dubbio non mina, piuttosto rafforza le pretese conoscitive della scienza. Considero un bene che anche nello spazio pubblico si sia levato un più intenso dialogo tra politica e scienza. Ma il fine di questo sforzo operato dalla politica non può essere quello di demandare alla scienza la risposta ultima alle complesse sfide che la politica è chiamata ad affrontare. Alla politica e solo alla politica spetta l’assunzione finale di responsabilità, perché è la politica che ha l’onere di operare una valutazione complessiva degli interessi in gioco, superando i conflitti nel segno di un bilanciamento, che, sulla base di canoni di ragionevolezza e proporzionalità, contemperi la massima tutela della salute dei cittadini con il minore sacrificio degli altri diritti pure costituzionalmente rilevanti».

ORGOGLIO ITALIANO – Al cuore del problema, la pandemia, Conte ha avuto l’attimo più coinvolgente : «Stiamo vivendo tutti un’esperienza terrificante. Ciascuno di noi avverte il bisogno di operare un’attribuzione di senso’ a quel che sta accadendo. Molti di voi avranno da offrire una risposta. E questa risposta è importante perché è la propria, personale risposta. Altri stentano a trovare una risposta. Continueranno a cercarla. Da parte mia, posso dire che ho scoperto l’orgoglio di appartenere a una grande comunità nazionale. Una comunità di individui che sa riconoscersi in un comune destino, come direbbe Norbert Elias».

UNIONE EUROPEA – Quindi il passaggio sull’Unione Europea e Bruxelles: «Anche la politica ha finito per rinunciare alla sua funzione legittimante e rappresentativa, apparendo, agli occhi dei cittadini, distante e oligarchica, incapace di comprendere i reali bisogni della collettività. È divenuta, come è stato acutamente osservato dal politologo Jan Zielonka, un parametro cerimoniale a copertura di operazioni globali molto complesse, largamente incomprensibili, se non segrete. La pandemia è intervenuta quando ormai il popolo europeo stava fortemente rumoreggiando, quando stava manifestando una forte carica oppositiva verso le élites, lamentando il fallimento della politica, asservita alle ragioni dell’economia. La pandemia è intervenuta a cambiare il corso della Storia. L’Europa, dopo alcune settimane di disorientamento, ha compreso la gravità e la pervasività dello shock provocato dalla pandemia e ha risposto in maniera efficace e per più di un verso innovativa: ha attivato nuove linee di credito inserendole in strumenti tradizionali; ha sospeso il Patto di stabilità e di crescita e le ordinarie regole fiscali; è intervenuta con la Bce con una serie di misure di politica monetaria e vigilanza bancaria, tra cui il programma straordinario di acquisto per 1.850 miliardi di euro al fine di ridurre i costi di finanziamento e incrementare il credito nell’area dell’euro. Infine, ed è questa la novità più significativa, è stato inserito nel Quadro finanziario pluriennale per il 2021-2027 un nuovo strumento: Next Generation EU, che prevede un ingente piano di finanziamenti, destinati non solo a riparare i danni economici e sociali prodotti dalla crisi pandemica ma anche a stimolare la ripresa e una maggiore resilienza degli Stati membri. La straordinaria novità di questo piano è che le risorse previste, di cui l’Italia – come è noto – è il maggiore Paese beneficiario, saranno rese disponibili attraverso l’emissione di debito comune europeo. Io credo che questa iniziativa sia suscettibile di imprimere una svolta davvero significativa nella storia dell’Unione europea, scandendo un salto di qualità nel processo di integrazione».

ECONOMIA E SALUTE – Infine il conflitto fra tutela della salute e gli stop al Paese che produce: «E’ ingannevole il dilemma che prefigura un’alternativa tra tutela della salute e tutela dell’economia, è uno scenario inverosimile e lo abbiamo constatato: era impossibile tutelare economia senza tutelare la salute e i lavoratori. C’è sempre stata una valutazione ponderata sul bilanciamento dei diritti, in modo da individuare un punto di equilibrio con il minor sacrificio possibile degli altri diritti rispetto a quello della salute. Proprio la tutela della salute ha consentito di difendere meglio il sistema produttivo».


Bennucci

Sandro Bennucci

Direttore del Firenze PostScrivi al Direttore

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