Veglia pasquale; Cardinal Betori, sta scomparendo il senso di Dio
FIRENZE – Betori, omelia della veglia pasquale: «Il mistero del dolore attraversa i giorni di questa pandemia. Al di là dei pur decisivi profili sanitari e sociali da affrontare, la pandemia, nella sua radice più profonda, si propone come un grande interrogativo su noi e su Dio. Come pensare Dio se c’è la sofferenza? Come accettare il dolore quando la nostra voglia di vita è così forte, tenace? La domanda trapela nello smarrimento di molti di fronte agli affollati reparti di terapia intensiva dei nostri ospedali, agli autocarri militari pieni di bare destinate alla cremazione, ai volti di medici e infermieri sfigurati dalla cura di troppi malati. Avevamo messo da parte la domanda sul senso del dolore, come se non ci riguardasse più, spinta ai margini della nostra coscienza, acquietata da un surrogato di vita, da un mediocre benessere – ha aggiunto Betori – Quasi che vivere possa ridursi alla nuda sopravvivenza purché esente dal dolore, una confortevole sopravvivenza. Magari in attesa che interventi biotecnologici sempre più efficaci, come vorrebbero le ideologie transumaniste, ci conducano ad azzerare sensazioni e sentimenti, un futuro privo di dolore, perché non più esseri umani. Ma nella Pasqua che celebra il trionfo della vita ci viene rivelato che questa sboccia nella sua folgorante pienezza dal crogiuolo di sofferenza di una croce. Non è vero che il dolore è senza senso: è la fatica della creatura umana ad aprirsi all’assoluto di Dio».
Nell’omelia il cardinale Giuseppe Betori ha ricordato anche che «attorno a noi sta scomparendo il senso di Dio, non perché egli sia svanito nel nulla ma perché gli uomini lo stanno uccidendo nelle loro esistenze; e, in parallelo, per molti il dolore è insopportabile, non perché non possieda un senso, ma perché siamo noi a negarglielo nel momento in cui non ci riconosciamo nella nostra fragilità di creature».