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Covid: più grave nei pazienti obesi o malnutriti

ROMA – Di fronte al Covid, ormai è accertato, non siamo tutti uguali. Gli anziani, purtroppo, rischiano più dei giovani. Ma c’è qualcosa di più da sapere nei risvolti di una pandemia che ci ha aggrediti oltre un anno fa. I ricercatori del Policlinico Gemelli di Roma hanno compiuto un’analisi specifica sulla malattia con scoperte non proprio sorprendenti, ma utili e interessanti. Per esempio, l’obesità aumenta di 6 volte il rischio di mortalità da Covid e quello di intubazione e il rischio di ricovero di 2,6 volte. Mentre la malnutrizione rappresenta uno degli elementi di un decorso più lungo e complicato della malattia o di decesso.

«Per malnutrizione – spiega la dottoressa Maria Chiara Mentella, UOC Nutrizione Clinica, Fondazione Policlinico Universitario Gemelli IRCCS- s’intende un insufficiente o squilibrato apporto di macronutrienti (carboidrati, proteine, grassi) e di micronutrienti (minerali e vitamine). Si può essere obesi e malnutriti, se affetti da deficit di uno o più micronutrienti; e questo può tradursi in una minor resistenza alle infezioni e in una maggior gravità della malattia».

Metà degli anziani sono malnutriti e questo rappresenta un fattore di rischio di ricovero e mortalità da Covid-19. A rischio malnutrizione sono in particolare quelli residenti nelle RSA. Ma a preoccupare gli esperti è anche l’obesità. Importante è la distribuzione del grasso: l’obesità viscerale (la pancia) aumenta di due volte e mezzo il rischio di sintomi gravi e dover ricorrere alla ventilazione meccanica. Recenti segnalazioni inoltre suggeriscono che il rischio di forme gravi e di mortalità aumenti fino a 11 volte in presenza di abbondanti depositi di grasso all’interno dei muscoli.

«È fondamentale – aggiunge il professor Giacinto Abele Donato Miggiano, direttore del Centro di ricerca e formazione in Nutrizione umana dell’Università Cattolica – una corretta presa in carico nutrizionale dei ricoverati per Covid-19, sin dai primissimi giorni. Il loro assetto nutritivo andrebbe subito valutato, per poter procedere a un’adeguata prescrizione alimentare (tenendo conto del fatto che hanno un fabbisogno proteico-calorico aumentato per l’infezione e la febbre)». Importante è anche una personalizzazione, rinforzando la dieta con omega-3, vitamina D, del gruppo B e C, se necessario. «E’ necessario infine – conclude Mentella – seguire durante tutto il ricovero (e in seguito) i pazienti con Covid-19, visto che nel 40% dei casi vanno incontro a perdita di peso ( fino al 66% in quelli che vanno in terapia intensiva)».

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Gilda Giusti

Redazione Firenze Post

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