Macron vuole abolire i prefetti, l’istituzione pilastro dello Stato da oltre 220 anni
Proprio in occasione del 200mo anniversario della morte di Napoleone il governo Macron ha pensato bene di annunciare il dissolvimento di una delle istituzioni napoleoniche più importanti, fondamento dello Stato francese, il corps préféctoral. Le prefetture furono istituite in Francia con la legge organica del 28 piovoso anno VIII (17 febbraio 1800), legge con la quale Napoleone, ormai primo console dopo il colpo di stato del 18 brumaio anno VIII (9 novembre 1799), dava forma al suo stato, cioè all’impianto istituzionale progettato per offrire la massima autorità possibile al potere centrale, pur nel rispetto di alcune ormai imprescindibili conquiste della stagione rivoluzionaria appena trascorsa. E sui prefetti si è fondata finora la forza organizzativa e la buona amministrazione dello Stato francese.
Ma si sa, i tempi cambiano, arrivano nuovi politici che, per acquisire consenso e potere, non esitano a minare le fondamenta dello Stato repubblicano, minando alle fondamenta le istituzioni base dello Stato stesso. Ed ecco che il governo Macron, per bocca del premier Jean Castex annuncia la fine del corpo dei prefetti.
Emmanuel Macron continua quindi ad abbattere i pilastri del servizio civile. Dopo l’abolizione della Scuola Nazionale di Amministrazione (ENA), annunciata l’8 aprile, la progressiva scomparsa dei principali organi dei tre ispettorati generali (finanza, affari sociali, amministrazione), il corps dei prefetti e dei sottoprefetti sarà gradualmente estinto, ha annunciato il primo ministro, accompagnato dal ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, e dal ministro della Trasformazione e del servizio pubblico, Amélie de Montchalin. Sarà estinto il corpo ma resteranno le funzioni dei rappresentanti locali dello Stato.
La funzione continuerà, ma verrà estinto lo status speciale che governa la carriera di questi alti funzionari, ha annunciato Jean Castex durante una videoconferenza con diverse centinaia di prefetti e sottoprefetti, attoniti.
Lo Stato farà sempre affidamento su questi alti funzionari per rappresentarlo nelle regioni e nei dipartimenti e per attuare le politiche sviluppate dal governo, ma saranno aboliti alcune caratteristiche e «privilegi» lo statuto speciale che governa la carriera dei prefetti verrà abolito.
Il prefetto diventerebbe dunque un funzionario statale normale, con la possibilità di cambiare mestiere ogni qualche tempo. La logica che prevale nell’abolizione dei corpi è stata ribadita giovedì sera da Gérald Darmanin, ministro dell’interno: l’idea è di unire in un unico corpo tutti gli alti dirigenti del servizio pubblico, ai quali verrebbero affidati compiti via via diversi. Un ruolo unico dei funzionari dello Stato.
Macfron dunque in salsa leghista. In Italia ci avevano provato prima il partito socialista (ricordate Aniasi) e poi la Lega (Bossi, Salvini) ad abolire i prefetti, sulla scia dell’invettiva del presidente Einaudi «Via il prefetto», Ma in entrambi i casi hanno fatto un buco nell’acqua, Neppure in Italia, in questo sgangherato Stato delle autonomie (esperienza Covid-19 insegna) si riesce a rinunciare a un organo che tutela la legalità, assicura la coesione sociale e gli interventi in emergenza, restando super partes. Vedremo che cosa riuscirà a fare Macron, le cui iniziative sembrano in realtà finalizzate a recuperare consensi in vista delle Presidenziali dell’anno prossimo più che a realizzare concrete riforme.