Strage del Mottarone: trovato il secondo forchettone che bloccava i freni. Si parla di nuovi indagati
VERBANIA – Il quadro indiziario è preciso, come dice il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi. Stamani, 26 maggio 2021, nei boschi fra Stresa e il Mottarone, è stato trovato il secondo forchettone, lo strumento che impediva l’entrata in funzione dei freni di emergenza della funivia. Si arricchisce dunque di un nuovo dettaglio l’indagine sulla tragedia di Stresa per la quale tre persone sono state fermate la scorsa notte.
«La notizia di questa mattina è un’ulteriore mazzata. Questa volta sappiamo che la tragedia si poteva evitare». Così la sindaca di Stresa, Marcella Severino, commenta gli sviluppi dell’inchiesta sull’incidente alla funivia del Mottarone. E potrebbero presto esserci nuovi indagati nell’inchiesta. Lo si apprende in ambienti legali. Gli inquirenti stanno infatti valutando la posizione di altre persone anche in vista della consulenza tecnica che verrà disposta con la forma dell’accertamento irripetibile. Intanto vengono valutate le posizioni dei tre fermati: Luigi Nerini, 56enne di Baveno (Verbania) proprietario della Ferrovie del Mottarone, il direttore dell’esercizio Enrico Perocchio e il capo servizio Gabriele Tadini.
A disporre il fermo è stato il procuratore della Repubblica di Verbania, Olimpia Bossi, che con il pm Laura Carrera coordinano le indagini dei carabinieri, in seguito all’analisi della cabina precipitata e agli interrogatori. Nei confronti dei tre fermati, per i quali la procura di Verbania chiederà nelle prossime ore la convalida del fermo e la misura cautelare, è stato raccolto quello che il procuratore Olimpia Bossi definisce un quadro fortemente indiziario. L’analisi dei reperti ha infatti permesso di accertare che la cabina precipitata presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso.
Per gli inquirenti, il forchettone, ovvero il divaricatore che tiene distanti le ganasce dei freni che dovrebbero bloccare il cavo portante in caso di rottura del cavo trainane, non è stato rimosso. «Un gesto materialmente consapevole, per evitare disservizi e blocchi della funivia, che da quando aveva ripreso servizio, presentava anomalie».