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Lamorgese vorrebbe un centro permanenza rimpatri (Cpr) in Toscana, ma le sinistre fanno muro

L’ingresso del CPR di Corso Brunelleschi a Torino ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

Secondo indiscrezioni di stampa il ministro Lamorgese avrebbe chiesto ai prefetti di sondare la possibilità di istituire un cpr (Centro di permanenza per i rimpatri) nelle regioni in cui questi centri non esistono, in primis la Toscana. La questione della creazione di questi centri non è nuova, già nel 2010, quando arrivai a Firenze, una delle domande ricorrenti fu quella se si sarebbe costruito un cpr a Firenze o in Toscana. Un primo tentativo andò a vuoto, ma la questione fu riproposta nel 2019, quando si avanzò l’ipotesi di Coltano a Pisa,  accantonata per i costi di ristrutturazione troppo alti.

Adesso sembra che il Viminale sia nuovamente alla ricerca di un luogo dove realizzare un centro permanente per il rimpatrio dei clandestini (Cpr) in Toscana, ribadendo la necessità che vi sia in tutte le regioni di una struttura dove ospitare in regime di sicurezza, fino a 180 giorni, le persone irregolari su cui pendono provvedimenti di allontanamento dal territorio nazionale.

Del resto durante i dieci anni di Rossi governatore, anche nel bel mezzo dell’emergenza sbarchi, la Toscana non ha mai assecondato alcun progetto di grossi centri di espulsione in regione puntando, anche per le accoglienze temporanee, non su tendopoli ma su un modello diffuso sul territorio. La questione, come detto, è antica. Già nel 2011, quando ero prefetto di Firenze, conoscendo bene il territorio pisano (ero stato prefetto in quella provincia dal 200 al 2003) proposi proprio Coltano per la creazione di un centro, ma la proposta fu ferocemente osteggiata proprio da Rossi, con il quale poi concordammo, e attuammo felicemente, quel modello di accoglienza diffusa dei migranti, a piccoli gruppi e in molti centri, che ha funzionato bene per lungo tempo.

La politica toscana si divise allora e si sta dividendo anche oggi, viste le reazioni che fioccano al solo parlare di centri permanente di rimpatrio per clandestini. Destre favorevoli, sinistre contrarie, sindaco di Firenze che sembrava favorevole, ma adesso non si è ancora espresso.

Il consigliere di Fratelli d’Italia Jacopo Cellai ricorda che il Cpr in Toscana era una sua vecchia proposta: «adesso anche il Ministro dell’Interno Lamorgese afferma che in Toscana il CPR serve, forse è arrivato il momento perché il sindaco di Firenze faccia finalmente una mossa e tiri fuori un’idea su dove, tra Comune e area vasta, sia possibile realizzare la struttura. Le cronache cittadine hanno ampiamente dimostrato la necessità di un CPR in Toscana. Si tratta, come sosteniamo da anni, di un mezzo concreto per contrastare l’immigrazione clandestina e il malaffare che gli sta dietro, oltre a garantire che chi delinque sul nostro territorio senza aver diritto a restarci non rimanga perennemente impunito» afferma Cellai.

Le sinistre fiorentine e toscane, capitanate da Antonella Bundu, fanno nuovamente muro. «Vogliamo essere chiari: fuori e dentro le istituzioni porteremo avanti una determinata azione volta ad impedire la realizzazione di questa struttura nella nostra Regione. Ricordiamo le dichiarazioni ambigue e pericolose del Sindaco di Firenze dello scorso anno: giocavano sul cambio di nome».

In effetti, a inizio 2020, in occasione della prima visita del ministro Lamorgese, che anche allora sollevò inutilmente il problema,  il sindaco Dario Nardella ribadì «la disponibilità a lavorare con gli altri sindaci toscani per individuare un sito dove realizzare un Cpr. Bisogna dirlo chiaramente, i Cpr non sono i vecchi Cie, dove stanno centinaia di persone per mesi. È necessario rendere possibili i rimpatri dei migranti irregolari che delinquono» disse Nardella scatenando le ire della Cgil. delle sinistre, Rossi compreso.

Vedremo adesso cosa accadrà in occasione della prossima visita del ministro, in programma forse a metà giugno. Se Lamorgese, oltre a parlare della sicurezza cittadina, riproporrà il problema, troverà probabilmente in Toscana molte opposizioni, sia a livello politico, sia delle associazioni, sindacati e gruppi organizzati che si battono per l’accoglienza illimitata. A meno che il governo di larghe intese, pilotato da Draghi, non faccia mutare idea a qualcuno.

Cpr, Lamorgese, Rossi, Toscana


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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