Firenze, magistratura: presidente Anm, ci accusano di essere una casta, dobbiamo reagire

FIRENZE – «Sono sempre più quelli che oggi revocano in dubbio la legittimazione dei magistrati, dell’Associazione, a prendere la parola nel dibattito pubblico sulla giustizia. Se si esprime una critica, qualche dubbio, un punto di vista in apparente controtendenza con quel che appare il pensiero dominante, si è accusati di essere e muoversi come casta. Una casta animata dal desiderio di conservare privilegi, che non si fa scrupolo, per contrastare le riforme invise. Viviamo un tempo complicato, che deve indurci a sperimentare, il valore dell’unità».
Così al Congresso di Magistratura Democratica il presidente Anm Giuseppe Santalucia, che finalmente (meglio tardi che mai) si accorge della realtà, la magistratura, per colpe essenzialmente proprie, è attualmente una delle istituzioni più screditate e invise nel Paese, supportata solo da qualche formazione politica che si giova delle inchieste dei magistrati politicizzati.
La definizione di casta è quella più appropriata e sarebbe l’ora che la politica e la società civile riuscissero a eliminare tutti i privilegi di questi soggetti, che decidono a proprio piacimento della libertà delle persone, venendo spesso sconfessati dopo molti anni. Non sono i magistrati a dover tutelare la morale secondo il loro insindacabile giudizio, dovrebbe essere eliminata ogni discrezionalità, il parlamento dovrebbe indicare periodicamente i reati da perseguire in modo prioritario, eliminando quella farsa dell’obbligatorietà dell’azione penale scelta con arbitrio assoluto dalle procure. Adesso basta, occorre mettere in riga questa categoria per ristabilire un giusto equilibrio nel Paese.
