
Migranti problema italiano: emergenza a Pantelleria, 5 arresti per immigrazione clandestina a Trapani. Preoccupazione del Viminale per la Tunisia
ROMA – Al Viminale si segue con attenzione la situazione degli sbarchi dei clandestini, in preoccupante aumento, l’attività di Ong e di organizzatori della tratta di esseri umani, ne sono stati scoperti 5 a Trapani, e i contagi di migranti positivi, collocati negli hotspot, con spese enormi e gravi rischi per la salute e la sicurezza delle collettività siciliane. Per gli italiani limitazioni col il green pass, per i clandestini niente limitazione, una specie di nient pass, questa la filosofia di Governo e ministero dell’Inteno.
Ma vediamo la situazione punto per punto come rappresentata da vari giornali nazionali e locali:
IMMIGRAZIONE CLANDESTINA – Lo segnala Affaritaliani. it. Sono cinque le persone arrestate dai carabinieri di Trapani durante un’attivita’ di controllo contro l’immigrazione clandestina. Si tratta, in particolare, di quattro stranieri rientrati illegalmente sul territorio nazionale e un ricercato destinatario di un ordine di esecuzione di pene concorrenti. Le persone arrestate sono sbarcate clandestinamente sull’isola di Pantelleria e Favignana nei giorni scorsi. Sono tutte di sesso maschile e senza fissa dimora, sono di nazionalita’ tunisina e di eta’ compresa tra i 30 e i 39 anni. Dalle procedure di identificazione, è emerso che un 36enne pregiudicato, sbarcato lo scorso 24 luglio a Favignana, era ricercato in quanto destinatario di un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica di Vicenza, per i reati di danneggiamento aggravato, ricettazione e resistenza a Pubblico Ufficiale, commessi nel vicentino tra il marzo 2011 e il gennaio 2015.
PANTELLERIA POSITIVI AL COVID – Lo segnala Affaritaliani.it. Pantelleria, migranti positivi al Covid in una caserma dismessa con 25 materassi e un bagno. Intanto sono ancora un centinaio i migranti fermi a Pantelleria. Sono sbarcati nel fine settimana scorso, una quindicina sono in quarantena perche’ risultati positivi al Covid19. Sono ospitati presso l’ex caserma dell’esercito “V. Barone” di Contrada Arenella in condizioni di grande precarieta’ perche’ la struttura e’ fatiscente e teoricamente potrebbe ospitare soltanto 25 persone. Non solo. Tanto che, come scrive il Messaggero, la realtà è che la maggior parte dei migranti va a spasso per l’isola senza fare la quarantena. “Circolano liberamente tra turisti e residenti. Vanno in spiaggia, nei supermercati e nei bar. Come tutti. Al momento dell’identificazione è previsto il tampone e solo i positivi sono sottoposti all’isolamento. Ma devono farlo in una tenda, non ci sono altre strutture. In tutto sono 13. Gli altri, un centinaio, sono ospitati in una caserma dismessa: 25 materassi in tutto e un solo bagno.
TUNISIA E VIMINALE – Crisi Tunisina, i timori del Viminale. Questa la situazione come riportata da L’Inkiesta. Al ministero dell’Interno, si osserva quello che accade sull’altra sponda del Mediterraneo con particolare apprensione. Secondo alcune stime del Viminale – riportate dalla Stampa – potrebbero essere 15mila i tunisini pronti a lasciare il loro Paese. E comunque i trend parlano chiaro: le partenze dalla Tunisia sono in crescita da mesi. Ora però si rischia il boom. Anche perché, come ricorda il console D’Amico, «l’economia del Paese vacilla» e «non c’è lavoro». A Roma oggi era previsto un bilaterale tra il premier Hichem Mechichi e Mario Draghi, a cui avrebbe fatto seguito un incontro con la ministra Luciana Lamorgese.
Ma l’appuntamento è saltato. E ora traballano pure le discussioni intavolate dai due governi nei mesi precedenti. Lamorgese e Mechichi si erano incontrati un paio di volte a primavera. Nell’ultimo incontro, il 20 maggio scorso, la ministra italiana era accompagnata dalla commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson. Al termine, le due avevano dichiarato con ottimismo: «Sono state gettate le basi di un accordo complessivo di partenariato strategico tra l’Unione europea e la Tunisia».
A questo punto, invece, al Viminale si teme che si cancellino le promesse di un maggior impegno della Guardia costiera tunisina nel frenare le partenze illegali. E che venga accantonato pure il piano di raddoppiare i voli charter per il rimpatrio dei migranti tunisini che non hanno diritto a protezione internazionale. Attualmente la Tunisia accetta al massimo 80 rimpatri a settimana. E se venisse prorogato lo stato di emergenza, forse neanche questo si farà. Proprio questa disponibilità a fermare i flussi di migranti illegali, che Mechichi aveva concesso in cambio di un sostanzioso aiuto economico dell’Unione europea – spiega La Stampa – aveva però accentuato le spaccature nel governo e nell’opinione pubblica. Esiste infatti un pezzo di società, a cui dà molto ascolto il Capo dello Stato,
Kais Saied, che ritiene inaccettabile ogni limite all’emigrazione. E ora, con la mossa di defenestrare i ministri più disponibili verso l’Occidente, oltre Mechichi anche quello della Difesa, si giocano i destini nazionali, ma anche quelli del dialogo con gli europei.
L’Italia è tra chi ha più da perdere se la Tunisia precipitasse nel caos. Per questo la Farnesina ha fatto di tutto perché scattasse un coordinamento europeo «con gli altri Paesi Ue più interessati» come la Francia, la Germania e la Spagna. «È importante che questa situazione sia trattata con la massima attenzione a livello europeo», ha spiegato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.
