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Coronavirus: Moderna vuol vaccinare anche i neonati

ANSA/EDUARDO MUNOZ / POOL

ROMA – Visto l’interesse di virologi ed esperti  e di alcuni governi, si arriva a proporre di vaccinare strati sempre più vasti della popolazione. Pfizer e Biontech hanno dichiarato essenziale la vaccinazione dei 5-11enni, Moderna si spinge addirittura a proporre di vaccinare i neonati.

L’amministratore delegato di Moderna, Stéphane Bancel, come rivela Money.it  ha fatto sapere che presto saranno in grado di vaccinare anche i bambini dai 5 agli 11 anni e, successivamente quelli dai 6 mesi in su, quindi d’immunizzare la totalità della popolazione e impedire la mutazione del virus.  I dati sulla somministrazione dei vaccini ai più piccoli, ovvero dei bambini tra i 5 e gli 11 anni, sono previsti per ottobre (Pfizer-BioNTech) e novembre (Moderna). A farlo sapere è l’EMA (Agenzia europea per i medicinali) che dovrà analizzarli e dare un responso sulla fattibilità.

Il piano di Moderna è appena abbozzato, ma prevede almeno due fasi per la vaccinazione dei più piccoli. Una prima fase, che potrebbe iniziare già entro la fine del 2021, quando l’EMA avrà analizzato i dati degli studi, per vaccinare la fascia 5-11. Successivamente si potrebbe attivare la vaccinazione anche dei neonati, per coprire la fascia dai 6 mesi ai 4 anni. A oggi non si ha nessuna certezza su questo ipotetico piano di vaccinazione.

In molti Paesi il numero di giovani positivi è in forte crescita. Negli Stati Uniti, dove i dati dello scorso mese oscillano tra un 15% e un 26% di positivi nella fascia 0-21 anni. In Slovacchia stanno pensando a una vaccinazione di emergenza per i più piccoli. perché molti vanno in terapie intensiva, e molti presentano il long Covid. E per i bambini il danno a lungo termine è soprattutto a carico del sistema nervoso.

Il long Covid, troppo poco discusso in Italia, è uno stato sintomatico che può durare fino a 7 mesi. Tra i sintomi:

fatica,
malessere dopo sforzi mentali e fisici,
palpitazioni,
problemi cognitivi,
problemi legati al ciclo mestruale,
allucinazioni,
diarrea,
acufene,
alterazioni del gusto e dell’olfatto

A oggi la variante Delta ha un valore di trasmissibilità pari a 7, al terzo posto in un’ipotetica scala di virus più trasmissibili, al cui secondo posto troveremmo la varicella e al primo posto il morbillo.

Proprio profittando di questi dati e della disponibilità di una parte della comunità scientifica e di molti governi alcune società produttrici di vaccini lanciano le loro proposte allettate dalla prospettiva di guadagni ancor più ingenti rispetto a quelli, enormi, introitati finora.

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