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Sinodo: Papa Francesco, la Chiesa deve cambiare e rinnovarsi

Papa Francesco

VATICANO -In vista del Sinodo Papa Francesco è costretto eccezionalmente a parlare di Chiesa e non di clima e di migranti, suoi argomenti preferiti anche nei colloqui con le Autorità. «Le parole-chiave del Sinodo sono tre: comunione, partecipazione, missione. Comunione e missione sono espressioni teologiche che designano il mistero della Chiesa e di cui è bene fare memoria».

Così Papa Francesco durante il momento di riflessione, nell’aula del Sinodo, in Vaticano, che segna l’inizio del Processo Sinodale ‘Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione’. «Comunione e missione rischiano di restare termini un po’ astratti se non si coltiva una prassi ecclesiale che esprima la concretezza della sinodalità in ogni passo del cammino e dell’operare, promuovendo il reale coinvolgimento di tutti e di ciascuno».

«Sul tema della partecipazione abbiamo fatto dei passi in avanti, ma si fa ancora una certa fatica e siamo costretti a registrare il disagio e la sofferenza di tanti operatori pastorali, degli organismi di partecipazione delle diocesi e delle parrocchie, delle donne che spesso sono ancora ai margini. Partecipare tutti: è un impegno ecclesiale irrinunciabile! Il Sinodo non è un indagine sulle opinioni, non è un parlamento. Il protagonista è lo Spirito Santo, senza quello non c’è Sinodo. Vieni, Spirito Santo. Tu che susciti lingue nuove e metti sulle labbra parole di vita, preservaci dal diventare una Chiesa da museo, bella ma muta, con tanto passato e poco avvenire. La sfida è fare non un’altra Chiesa, ma una chiesa ‘diversa’”. Una chiesa fatta di “vicinanza, compassione e tenerezza. Sia questo Sinodo un tempo abitato dallo Spirito! – dice Papa Francesco -. Perché dello Spirito abbiamo bisogno, del respiro sempre nuovo di Dio, che libera da ogni chiusura, rianima ciò che è morto, scioglie le catene, diffonde la gioia. Lo Spirito Santo è Colui che ci guida dove Dio vuole e non dove ci porterebbero le nostre idee e i nostri gusti personali. Il padre Congar ricordava: ‘Non bisogna fare un’altra Chiesa, bisogna fare una Chiesa diversa’ (Vera e falsa riforma nella Chiesa, Milano 1994, 193). Per una “Chiesa diversa, aperta alla novità che Dio le vuole suggerire, invochiamo con più forza e frequenza lo Spirito e mettiamoci con umiltà in suo ascolto, camminando insieme, come Lui, creatore della comunione e della missione, desidera: con docilità e coraggio».


Ezzelino da Montepulico


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