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Gas serra, record nel mondo: «siamo fuori strada», questo il commento dell’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm)

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ROMA – «Siamo davvero fuori strada». Laconico e allarmante il messaggio lanciato dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm), commentando il bollettino annuale sui gas serra, dal quale è emerso che lo scorso anno è stato raggiunto un nuovo record nell’atmosfera, con un tasso di incremento annuo superiore alla media del periodo compreso fra il 2011 e il 2020. Una tendenza che non si è interrotta nell’anno in corso, nonostante il calo temporaneo dovuto alle misure restrittive imposte dalla pandemia di Covid-19.

«Abbiamo di nuovo battuto i record dei principali gas serra: anidride carbonica, metano e protossido d’azoto”, spiega in conferenza stampa Petteri Taalas, segretario generale dell’Omm. E questa tendenza negativa che abbiamo osservato per decenni prosegue».

Cifre da capogiro
Basti pensare che nel 2020 la concentrazione di anidride carbonica (che proviene principalmente dalla combustione di combustibili fossili e dalla produzione di cemento) era di 413,2 ppm (parti per milione), 149% sui livelli pre-industriali.
Taalas ha poi spiegato che l’ultima volta che la Terra aveva sperimentato una concentrazione così elevata di CO2 si trattava di 3-5 milioni di anni fa, quando la temperatura era di 2-3 gradi più elevata e il livello del mare era di 10-20 metri più alto di oggi. Allora, però, non c’erano quasi 8 miliardi di persone.

Anche il metano – di cui circa il 60% delle emissioni atmosferiche è di origine umana (allevamento di ruminanti, coltivazione di riso, discariche, ecc.) – e il protossido di azoto – del quale il 40% delle emissioni è di origine umana (fertilizzanti e letame) – hanno raggiunto concentrazioni massime nel 2020, rispettivamente 1.889 ppb (parti per miliardo) e 333,2 ppb, che sono più alti di quelli dell’epoca pre industriale del 262% e 123%.

Allerta a sei giorni dalla COP26
L’Omm ha sottolineato che questo aumento delle concentrazioni di gas serra mette a rischio gli obiettivi di temperatura dell’accordo di Parigi sul clima. Un allarme che arriva a pochi giorni dall’attesa COP26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si terrà a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre.

Tutti gli occhi sono puntati sulla città scozzese: ci si aspetta una svolta radicale, in merito agli obiettivi da fissare. «Dobbiamo ripensare l’industria, il settore energetico e i trasporti e tutto il nostro stile di vita. Le trasformazioni necessarie sono economicamente accessibili e tecnicamente fattibili. Non c’è tempo da perdere”» ha aggiunto il segretario generale.


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