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Parigi: parte Conferenza internazionale sulla Libia, con Macron, Merkel e Draghi

EPA/YOAN VALAT / POOL

PARIGI – Questa mattina a Parigi, prima dell’inizio della Conferenza internazionale sulla Libia, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha incontrato il Presidente del Consiglio dei Ministri del Governo di Unità Nazionale libico, Abdel Hamid Dabaiba, presso l’Ambasciata d’Italia a Parigi. L’incontro si è tenuto alla presenza dei Ministri degli Affari Esteri di entrambi i Paesi. Intorno alle 13 poi Draghi ha incontrato il presidente francese Emmanuel Macron al Palazzo dell’Eliseo a Parigi. Il premier è stato accolto nel cortile del palazzo presidenziale dallo stesso Macron con un abbraccio e una stretta di mano.

Dopo l’incontro bilaterale i due leader di Francia e Italia parteciperanno al vertice internazionale sulla Libia previsto alla Maison de la Chimie, non lontano dalla Tour Eiffel, sulla rive gauche parigina.

I lavori della Conferenza internazionale sulla Libia sono cominciati con un incontro bilaterale fra il presidente francese, Emmanuel Macron, e i due leader libici presenti, il presidente del Consiglio presidenziale, Al Menfi, e il primo ministro Dabaiba.

GLI OBIETTIVI DELLA CONFERENZA – “L’obiettivo è rendere il processo elettorale incontestabile e irreversibile”: questo l’ordine del giorno della Conferenza internazionale sulla Libia co-presieduta dal presidente francese Emmanuel Macron con il presidente del Consiglio Mario Draghi e la cancelliera tedesca Angela Merkel, i 3 Paesi in prima linea nella ricerca di una soluzione alla crisi del Paese nordafricano. Gli organizzatori hanno come obiettivo quello di dare un ulteriore, e sperano decisivo, impulso allo svolgimento di elezioni il 24 dicembre, un appuntamento che le tensioni e le rivalità tra le fazioni libiche continuano a rendere incerto. “Le elezioni – ha spiegato una fonte dell’Eliseo – sono a portata di mano. In Libia opera un movimento forte a favore del loro svolgimento. Ne va della stabilità del Paese”. Perché si tratta non soltanto di far svolgere elezioni democratiche ma anche di fare in modo che il risultato delle urne sia poi rispettato, sia per quanto riguarda le presidenziali del 24 dicembre, sia successivamente per le legislative in programma un mese più tardi.

Nelle intenzioni dei Paesi organizzatori, le elezioni rappresentano una svolta, la sospirata pacificazione di un Paese in preda al caos da 10 anni dopo la caduta del regime di Muammar Gheddafi e la sua morte. Dilaniata da lotte interne fra i due campi rivali che si spartiscono l’influenza sul territorio, la Libia è rappresentata alla Conferenza di Parigi sia dal presidente del Consiglio presidenziale, Mohamed Al-Menfi, sia dal primo ministro del governo di unità nazionale, Abdelhamid Dbeibah. I due, in conflitto, sono giunti entrambi a Parigi.

Per gli Stati Uniti sarà presente la vicepresidente Kamala Harris, al termine di una visita di 5 giorni nella capitale francese, mentre l’Eliseo ha confermato la presenza del presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi. Serghei Lavrov, il ministro degli Esteri russo, sarà anche lui presente alla Conferenza in rappresentanza di Mosca che – come Il Cairo – appoggia l’uomo forte dell’est della Libia, il maresciallo Khalifa Haftar. Sedat Onal, viceministro degli Esteri, rappresenterà la Turchia, una scelta che sembra anche frutto delle tensioni con Parigi.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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