Impazza il toto-nomi al Quirinale. Chi sono i grandi elettori e come sono suddivisi

Il ‘toto–nomi’, sul Quirinale, impazza e, nel Transatlantico di Montecitorio non si parla d’altro. Un gioco a incastro di difficile soluzione, che rischia però di stancare gli italiani. Silvio Berlusconi potrebbe farcela? E se poi spunta Giuliano Amato? Una donna, chi sarà meglio fra Casellati, Cartabia, Bindi e Finoccharo, i nomi finora usciti.
Queste le domande che si pongono i mass media e i cittadini, ma che angustiano i Parlamentari e i membri aggiunti che avranno l’onere e l’onore di eleggere il prossimo Capo dello Stato, successore di Mattarella, che ha già escluso un suo bis anche solo parziale.
Il mandato di Sergio Mattarella scade il 3 febbraio 2022. Per quella data, il nuovo Capo dello Stato ‘deve’ essere in carica. La ‘convocazione la invia ai Grandi elettori il presidente della Camera, Roberto Fico, perché è Montecitorio la ‘sede’ delle votazioni, già dalla prima elezione (Einaudi, 1948). Per prassi, i presidenti delle due Camere non votano, ma non vi è una regola che vieta loro di farlo. Ergo, è improprio ‘toglierli’ dal plenum che scenderebbe a 1005: ci sono e contano, potrebbero votare come gli altri.
Le operazioni di voto si svolgeranno dentro l’Aula della camera, dove potranno entrare solo i Grandi elettori che voteranno su schede bianche, prima sigillate e poi aperte, apponendo la loro scheda nell’insalatiera, dopo esser passati nel catafalco. Il voto è segreto. Serve una maggioranza di 2/3 dei Grandi elettori nei primi tre scrutini, la maggioranza assoluta degli stessi dal IV scrutinio in poi.
i Grandi elettori. Secondo il dettato costituzionale sono, nel teorico plenum delle tre platee, i 945 parlamentari (630 deputati e 315 senatori elettivi), i senatori a vita (dipende dal numero, oggi in numero di sei), 58 delegati
espressi dalle Regioni (tre a testa, tranne la Valle d’Aosta, che ne ha uno). In totale 1009. Saranno probabilmente solo 1007 perchè sono vacanti due seggi. Il primo è un seggio della Camera: quello uninominale di Roma 1, che
elesse Roberto Gualtieri, diventato sindaco di Roma, il secondo è al Senato ed è quello di Paolo Saviane (Lega), bellunese, deceduto ad agosto scorso. Per motivi procedurali non si farà in tempo a eleggere i sostituti.
Il numero di tre rappresentanti per regione viene, di solito, così ripartito: il governatore, il presidente del consiglio regionale, un consigliere regionale scelto tra le forze di opposizione, ma saranno i consigli regionali a votare e decidere.
Adesso facciamo un po’ di conti fra gli schieramenti politici che saranno presenti per la votazione.
CENTRODESTRA – Sulla carta può contare su 450 grandi elettori che fanno riferimento ai partiti oggi presenti
dentro la p: 196 sono della Lega (133 deputati e 63 senatori, sarebbero 64, ma manca, come detto in precedenza, il seggio di Saviane, deceduto e a oggi non ancora sostituito), 127 di FI (77 e 50), 58 di FdI (37 e 21), 31 di
Coraggio Italia–Cambiamo–Idea (24+7), 5 di Noi con l’Italia–Rinascimento italiano–Adc, ai quali si aggiungono i 33 delegati regionali.
CENTROSINISTRA + M5S (+IV?) – Sulla carta può contare su 420 voti se si esclude Iv, su 463 se si conteggia anche Renzi (43 grandi elettori). Infatti, il Pd conta 132 grandi elettori (in teoria 94 deputati e 38 senatori, ma i deputati sono 93 perché Gualtieri, diventato sindaco di Roma, ha lasciato il suo seggio vacante e non sarà sostituito in tempo per il voto per il Colle), M5s ne ha 233 (159 deputati e 74 senatori), Leu 18 (12 e 6), Azione– +Europa 5 (3 e 2), mentre Centro democratico di Bruno Tabacci ha 6 deputati. Questo blocco, cui si aggiungono i 25 delegati regionali, più Gianclaudio Bressa, iscritto al gruppo delle Autonomie ma eletto con il Pd, arriva solo a quota 420. Quota che salirebbe a 463 se Italia Viva (27 deputati e 16 senatori) di Matteo Renzi, con i suoi 43 elettori, sostenesse il candidato di centrosinistra.
SENATORI A VITA – Per questa elezione del presidente della Repubblica i senatori sono 6: Giorgio Napolitano, Mario Monti, Liliana Segre, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia. Nb. Due senatori a vita su sei (Piano e Rubbia) non risultano iscritti ad alcuna componente, al Senato, mentre gli altri 4 sono così divisi: due iscritti al gruppo Autonomie (Napolitano e Cattaneo) e due al Misto (Monti e Segre). Come per il passato, al di là del peso degli schieramenti, i senatori a vita, schierati quasi tutti da una parte, potrebbero fare la differenza e consentire alle sinistre di avere la carta decisiva per l’elezione.
Il gruppo delle Autonomie–Minoranze linguistiche conta, in pratica, su 12 Grandi elettori (4 deputati e 8 senatori).
MAIE–Psi–Facciamo Eco – I rappresentanti degli italiani all’esterno sono, tecnicamente, solo 6 (due senatori: Carlo e Merlo e 4 deputati: Borghese, Fusacchia, Cecconi e Longo), ma alla Camere il gruppo si è unito a Psi–Facciamo Eco e sono diventati nove, grazie gli ex M5s Fioramonti e Tasso (Facciamo Eco) e della ex deputata di LeU, Rossella Muroni, mentre Longo rappresenta ‘anche’ il Psi.
Gruppo misto. In questa legislatura il gruppo Misto della Camera (66 deputati) come del Senato (47 senatori) è lievitato e mutato a secondo della nascita di nuove e sempre diverse componenti e, oggi, rappresenta il quarto gruppo per ordine di importanza, nelle due Camere.
Nelle prime tre votazioni per eleggere il nuovo presidente della Repubblica, come abbiamo anticipato, occorre la maggioranza dei due terzi degli aventi diritto al voto, 1.007 grandi elettori, pari a 671 voti, mentre solo dal IV
scrutinio ne bastano 504, I giochi ancora debbono aprirsi, le indiscrezioni si accavallano, ma mai come in questa occasione l’incertezza domina. La stessa incertezza si riscontrava anche nella scorsa elezione, quando Renzi tirò fuori dal cilindro il nome di Mattarella, che mise molti d’accordo. Temo che stavolta la situazione sia però più complicata, troppe fibrillazioni nei due schieramenti, E’ certo però che la sinistra cercherà di rimettere sulla poltrona del Colle un candidato a lei favorevole che conduca i giochi nel senso da lei voluto, come è accaduto nelle ultime occasioni, eccezion fatta, parzialmente, per Ciampi.
