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Sicurezza: Milano, polizia più vicina al cittadino, 9 nuovi distretti. E a Firenze?

Una nuova vecchia idea per il potenziamento della sicurezza viene da Milano e potrebbe essere diffusa, se desse risultati confortanti, anche in altre città di dimensioni grandi e medie, adeguandola ovviamente alla realtà locale, anche a Firenze. E soprattutto tenendo conto dell’evoluzione dell’attuale preoccupante situazione internazionale, che vede una guerra in atto sul suolo dell’Europa. Circostanza che avrà riflessi ovviamente sulla gestione dell’ordine e sicurezza pubblica a livello nazionale e locale.

Ricordo che nel 2003, ero prefetto a Campobasso nel dopo terremoto (20 anni or sono), si pubblicizzò la grande novità dei carabinieri di quartiere e dei poliziotti di quartiere, che andavano in giro a piedi per le città e interloquivano con gli abitanti, fornendo loro consulenza e ausilio. Fu addirittura confezionata un’apposita divisa per far riconoscere meglio ai cittadini i poliziotti e i carabinieri di quartiere. Poi la riforma fu riformata, si puntò sull’accentramento in grandi strutture, con l’organizzazione di servizi mobili sul territorio. Anche la gestione della sicurezza segue cicli periodici, che cercano di adeguare l’organizzazione alla realtà concreta. Torna dunque di moda una sorta di controllo decentrato e i milanesi faranno da cavie alla nuova distribuzione dei commissariati di polizia sul territorio, che seguiranno i confini dei Municipi. Ogni zona avrà un Distretto di polizia, una sorta di miniquestura distaccata che offrirà servizi amministrativi più vicini al cittadino, ma anche posti di controllo e pattuglie dislocate sul territorio. Questa la riforma illustrata dal prefetto Renato Saccone e dal questore Giuseppe Petronzi ai 9 presidenti di Municipio. Una svolta che, a loro dire, dovrebbe permettere una razionalizzazione delle risorse economiche, una semplificazione per i cittadini, una migliore copertura del territorio e una migliore interlocuzione con i presidenti di zona. Il nodo principale sarà quello di istituire in ogni zona un Distretto di polizia, denominazione già adottata in passato. In ogni Municipio ci sarà una piccola questura distaccata che diventerà il punto di riferimento sul territorio. La situazione di un giardino, di un parco, lo spaccio davanti a una scuola, le discariche abusive, un palazzo abbandonato, quei reati che più colpiscono il cittadino, vedranno interloquire i dirigenti dei distretti e i presidenti di Municipio. Anche il Comune dovrà fare la sua parte: il sindaco Sala ha ricordato che il Comune sta procedendo con l’assunzione di 500 nuovi vigili in due anni ma «devono seguire corsi di addestramento, i primi 210 saranno in campo nell’ultimo trimestre dell’anno».

Un’idea che potrebbe essere esportata anche a Firenze? Il sindaco Nardella sta interloquendo non solo con prefetto e questore, ma anche con la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, chiedendo rinforzi per gli organici delle Forze dell’ordine. Ma dal canto suo dovrebbe attivarsi non solo per adeguare l’organico dei vigili urbani, ma anche per dare loro la possibilità di lavorare meglio anche per il controllo del territorio. Vediamo come potrebbe essere adeguata l’organizzazione fiorentina, applicando i principi stilati a Milano. senza con ciò volermi sostituire ai colleghi che gestiscono attualmente in modo egregio l’ordine e la sicurezza pubblica nella nostra città. Dal sito della Questura risulta che esistono tre Commissariati, Firenze Oltrarno, in Piazza del Tiratoio n.6; Firenze Rifredi-Peretola, in Via Sgambati, 21; Firenze San Giovanni, nel Lungarno della Zecca Vecchia n. 20/A presso la Caserma Dionisi. Ci sono poi i due Commissariati di Empoli e Sesto Fiorentino. A Firenze i Quartieri sono 5, quindi, per seguire l’orientamento meneghino, occorrerebbe trovare sedi e personale per altri due distretti, posto che i tre esistenti potrebbero restare dove sono adesso. Si tratta di operazioni che potrebbero essere realizzate in tempi non lunghi, se ci fosse la volontà politica e organizzativa.

Il sindaco Nardella non ha mai, per ora, riferito che nelle recenti riunioni delle città si sia parlato anche di sicurezza, si è discusso soprattutto (il momento lo richiedeva sicuramente) di pace, di Russia e di Putin, di accoglienza dei profughi. Nardella potrebbe adesso contattare il collega di Milano, per avere notizie precise del progetto milanese, che contempla un nuovo Patto per la sicurezza. Una via che potrebbe essere seguita anche a Firenze, previa valutazione del prefetto Valenti e del questore Auriemma, due funzionari di grande esperienza, che sapranno indicare la via corretta da seguire e che sicuramente avranno già qualche idea in proposito e avranno, loro sì, preso contatto con i colleghi milanesi e col ministero. Il prefetto Valenti ha fin dall’inizio cominciato a consultare comitati e associazioni sul tema della sicurezza, per tastare il polso della città, avere informazioni e richieste, valutare la situazione in modo da poterne discutere con i componenti del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Adesso la preoccupazione principale è quella dell’accoglienza dei profughi, perfino il coronavirus sta passando in second’ordine, ma presto la sicurezza, sia sanitaria che di ordine pubblico, tornerà prepotentemente alla ribalta, e allora occorrerà che le istituzioni non si facciano cogliere impreparate, cosa che riteniamo improbabile, almeno per quanto riguarda l’apparato dello Stato. E ogni idea e nuova proposta dovrà essere correttamente valutata per ottenere i migliori risultati.


Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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